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EVADERE significa RUBARE!

Non bisogna prendersela con gli evasori con una pressione fiscale media al 43%.

Tradotto:

  • se non potete permettervi un’abitazione, occupate abusivamente una seconda casa disabitata di qualche riccone (tanto lui che se ne fa e chissà come l’ha comprata…);
  • se non vi prendono il bimbo al nido e danno invece il posto agli immigrati, falsificate pure la dichiarazione dei redditi (voi dovete andare a lavorare);
  • se il pizzaiolo usa la mozzarella di bufala e a voi piace quella di vacca, potete anche non pagare la pizza (altrimenti dove vanno a finire i diritti del consumatore);
  • se c’è traffico e state facendo tardi passate pure con il rosso e parcheggiate in seconda fila (mica potete perdere il lavoro per colpa del disgraziato piano traffico fatto dalla giunta corrotta che sta al governo);
  • se avete qualche altro se… ditemelo che lo aggiungo :)!

Insomma, se le cose come stanno non vi garbano, potete tranquillamente diventare dei delinquenti!

In Italia pare sia permesso.

Internet è un diritto: lo dice la Costituzione!

Internet è fondamentale per lo sviluppo economico, sociale e culturale di ogni paese. Non si può più prescindere dalla rete, dalla condivisione, dagli strumenti e potenzialità che questo strumento (?) ci mette a disposizione.

Come? Strumento? Quindi Internet è uno strumento?

Qualcuno la pensa così. Uno su tutti Vint Gray Cerf, vicepresidente di Google, considerato uno dei padri fondatori della rete, che considera internet come un fattore abilitante dei diritti umani, ma non un diritto in sé.

Umilmente però io mi permetto di dissentire. Penso infatti che Internet sia un diritto fondamentale ed universale, a maggior ragione in Italia con la Costituzione attualmente in vigore (i padani verdi ancora non sono riusciti ad abolirla, vero?).

Mi spiego meglio e cerco di arrivare alla mia conclusione ragionando (spero :-)).

Articolo 4 della Costituzione (1° parte Principi Fondamentali):

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Al giorno d’oggi quali sono le condizioni che rendono effettivo questo diritto? E se mancano queste condizioni è possibile garantire lavoro, sviluppo e progresso?

Articolo 9 della Costituzione (1° parte Principi Fondamentali):

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Se lo sviluppo della cultura è un diritto fondamentale, allora internet che è sia sviluppo che cultura (condivisa, partecipata, diffusa), che ricerca e scienza, lo è ancor di più.

Articolo 17 della Costituzione (Diritti e doveri nei rapporti civili):

I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi.

Articolo 18 della Costituzione (Diritti e doveri nei rapporti civili):

I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente.

Le persone si riuniscono e si associano in rete, da New York partecipo alla riunione della mia società a Sidney e parlo con mia sorella a Tokyo.

Articolo 21 della Costituzione (Diritti e doveri nei rapporti civili):

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

Bisogna aggiungere qualcosa a questo articolo?

Potrei anche andare avanti, ma penso sia sufficiente.

In conclusione, ritengo che oggi non è più possibile affermare che internet sia un semplice mezzo o strumento, bensì è qualcosa di più, molto di più.

E’ entrato nelle nostre menti, nelle nostre viste, all’interno dei meccanismi della società contemporanea chi non ha accesso alla rete è un emarginato, pertanto se tutte le persone sono uguali, tutte hanno diritto a partecipare, conoscere, condividere, vivere la rete.

Internet è un diritto, e bisogna garantirlo a tutti, subito!

E dobbiamo percepirlo come tale: come fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico, necessario per vincere l’ignoranza e il sottosviluppo, arma primaria per combattere le ingiustizie sociale e garantire l’equità e la pace.

Io ci credo!


Cento passi che la coscienza ci impone

Avrebbe compiuto 64 anni, oggi. Magari sarebbe stato un esempio, di sicuro un combattente, un uomo onesto che non si sarebbe piegato alla violenza e all’omertà.

Avrebbe compiuto 64 anni, oggi, Peppino. Cresciuto in un terreno malato, seppe ribellarsi ad un futuro mafioso già scritto.

Avrebbe compiuto 64 anni, oggi. Ma la sua passione, la sua voglia di cambiare il mondo, di lottare contro le ingiustizie lo uccise nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978.

Cento passi lo dividevano dal suo destino, cento passi lo dividevano dal boss Tano Badalamenti, cento passi sono il simbolo della lotta alla mafia, cento passi sono ciò che dividono gli uomini dalle bestie, cento passi è la distanza che la nostra coscienza ci impone di percorrere.

Non possiamo fermarci, non possiamo abbassare la testa, non possiamo dimenticare.

Buon compleanno Peppino, oggi hai compiuto 64 anni e noi non ti abbiamo dimenticato!

Dal Marketing Tradizionale a quello Digitale

Mohanbir Sawney e Philip Kotler alcuni anni fa, consapevoli delle enormi conseguenze derivanti dalla diffusione della Rete e l’adozione di Internet da parte di consumatori, imprese e istituzioni, nel loro articolo “Marketing in the age of information democracy” misero ben in evidenza che:

un marketing efficace nell’era delle informazioni accessibili (marketing digitale) richiede un cambiamento di tre assunzioni chiave“.

In particolare gli autori facevano riferimento alle seguenti trasformazioni nell’approccio del marketing tradizionale:

  1. il passaggio per il ruolo dei marketer da controllori degli scambi a facilitatori degli stessi. Nel nuovo scenario gli addetti al marketing devono rivedere il loro ruolo e facilitare le relazioni con i clienti, ascoltarli, invitarli a partecipare, lasciare che definiscano loro le nuove regole dell’engagement;
  2. i marketer devono modificare anche le policy alla base della loro attività, considerare positivamente le nuove tecnologie e gestire al meglio questa trasformazione all’insegna della trasparenza nelle informazioni, nell’accesso e nelle modalità di comunicazione delle stesse;
  3. bisogna infine considerare il passaggio di tempo ed energie da parte degli addetti marketing dall’acquisizione di nuovi clienti al servire in maniera completa e migliore quelli attuali (che poi attraverso il passaparola sono il miglior canale per nuove acquisizioni). Questo approccio richiede la volontà di capire il proprio target, ascoltarlo, interpretarne i bisogni: dalla customer acquisition alla customer retention.

Questa è la nuova metafora del marketing digitale: da cacciatori a giardinieri.

Invece di cacciare nuovi clienti, il nuovo ruolo del marketing è quello di coltivare una relazione di valore con i clienti e i loro amici.


Liberamente tratto dal libro “Marketing digitale” di Paola Peretti.