fbpx

L’etica aziendale e il piacere di stare insieme

Se la morale è l’insieme dei valori e principi che ci vengono dettati dalla coscienza individuali e secondo i quali l’uomo agisce, ecco che il diritto sono quelle norme che lo Stato sanziona con i propri tribunali e con la propria forza esecutiva.

In pratica le norme morali sono le libere scelta che come individui facciamo ogni giorno (l’educazione e il contesto ambientale giocano un ruolo fondamentale, ma tutto sommato si ha sempre la possibilità di cambiare idea e modificare la propria condotta morale), invece le norme di diritto che ci vengono imposte da un soggetto superiore dotato di forza impositiva e decisionale.

Tra questi due estremi si posiziona l’etica.

Secondo una visione etica i valori comportamentali non sono liberamente scelti (morale) e ne imposti da un soggetto dotato di imperio (diritto), bensì sono condivisi in una relazione intersoggettiva che si sviluppa entro uno “stare-insieme” relativamente stabile.

Secondo Hegel, sono le relazioni etiche quelle che tengono insieme gli individui e consentono il coordinamento intersoggettivo dell’agire, così come sono le relazioni etiche esistenti a costituire il vero criterio su cui fondare l’agire individuale.

Se trasponiamo questi concetti nell’analizzare le azioni di un’organizzazione imprenditoriale è chiaro che l’etica aziendale non è determinata tanto dal contenuto dei suoi comportamenti, quanto dalla fonte della doverosità di quei comportamenti.

Il comportamento è etico solo quando è l’esito di un incontro, di una relazione, di una scelta condivisa tra l’azienda e coloro che ne fanno parte.

Ciò avviene non perché ci sono delle leggi che lo impongono e non perché dei valori morali inducono la nostra coscienza a tenere determinati comportamenti.

Quest’incontro avviene perché sono i singoli a decidere di agire eticamente e di costituire un gruppo.

Il bello del Web Marketing

Questi sono i report di Google Analytics che amo 🙂

Il bello del web marketing

Facciamo una piccola crono-storia:

  • abbiamo realizzato e messo online il sito web a metà settembre del 2013 (ecommerce settore industriale)
  • dopo qualche mese il cliente ci commissiona anche i servizi di Web Marketing che partono circa a dicembre 2013
  • lavoriamo principalmente lato SEO e miglioriamo la visibilità del brand online

Risultati:

  • dopo circa un anno il progetto vede realizzarsi un incremento del +275% di visite totali rispetto all’anno precedente (1° trimestre 2015 su 2014)
  • ed in particolare si nota un aumento intenso di visite provenienti da Google (Organic Search)il_bello_web_marketing3

Come spesso accade (non sempre purtroppo) alle statistiche positive si legano anche buoni risultati “aziendali”: il cliente infatti ha riportato un aumento netto degli ordini online ma anche dei contatti provenienti dai canali digitali (coprendo anche il settore B2B).

Tuttavia in questo settore riposarsi sugli allora non è possibile 🙂 ed infatti è stato ottimizzato il sito web per renderlo “mobile-friendly” (PS. il tuo sito web è mobile-friendly? Verificalo qui) ed a breve partiremo con una nuova serie di servizi (Social Media Marketing e Email Marketing).

Le ricette universali non esistono. Ogni progetto è un discorso a sé.
Tuttavia ci sono degli ingredienti che non possono mancare affinché un progetto di Web/Digital Marketing abbia ottime possibilità di successo:

  1. fidarsi ed affidarsi ad un’ottima web agency 😉 strutturata e composta da professionisti seri (ce ne sono tante in giro, non solo la nostra)
  2. pazienza: le cose non accadono da un giorno all’altro
  3. costanza: le cose accadono perché c’è qualcuno che ogni giorno lavora per farle accadere
  4. esperienza: le cose accadono perché si sbaglia o perché qualcuno ha già sbagliato in passato e quindi è capace di non commettere gli stessi errori

 

 

La forza del Video Marketing

È sempre più evidente come il Video Marketing stia assumendo un ruolo sempre più incisivo sul Web ed in particolare sui Social Network.

Uno studio di Cisco (tra i tanti che trattano l’argomento) afferma per esempio che tra 2 anni il 69% della banda mondiale di Internet sarà impiegata per guardare i video,
Un altro dato interessante invece è la proiezione degli investimenti in questo determinato settore che si stima intorno al 70% in più rispetto all’anno scorso. Insomma, tutto ci dice che il Video Marketing è – e presto lo diventerà ancor di più – uno degli ingredienti fondamentali di tutte le strategie di marketing digitale.

Non siete ancora convinti? Avete bisogno di qualche esempio? Ok, lo avete voluto voi! Ecco 2 video che è impossibile non guardare… e se li troviamo nello stream dei nostri social network, ci ammalino, ci seducono e conquistano la nostra attenzione: beh, quindi, cos’altro pretendiamo da un’azione di marketing? 🙂

Mime Through Time by SketchSHE

Get Lucky (Daft Punk) suonata da 10 Chitarristi Famosi

Ed ora ditemi che il Video Marketing non è adorabile e che non avevo ragione 🙂 🙂 🙂

Video Viral Marketing

Social Video Marketing

Riportiamo la definizione di Wikipedia:

Social video marketing (SVM) is a component of an integrated marketing communications plan designed to increase audience engagement through social activity around a given video. In a successful social video marketing campaign, the content, distribution strategy and consumer self-expression tools combine to allow an individual to “add their voice” or co-create value to a piece of content – then further propagating it out to their social circles.

Social video typically benefits from a halo effect cast by the “influencers” of a given social grouping.

SVM draws on consumer-culture theory, economic theory, and social theory around the psychology of sharing. Social video marketing differs from social marketing, which has the intent of influencing behavior for a social good.

La scienza del Marketing Sensoriale

Per 20 anni gli esperti di marketing dei settori più diversi hanno accumulato esperienza e competenza nell’entrare in contatto con la clientela tramite i cinque sensi, imparando a utilizzare i segnali – il pizzicore di un collutorio o il grattare di una penna Sharpie sulla carta – in grado di intensificare la percezione di un Brand.
Nell’anno appena trascorso abbiamo assistito ad un risveglio di interesse sull’argomento anche in ambito accademico.
I nuovi studi infatti registrano l’inizio di un’era in cui saranno sempre più numerosi i produttori di beni di consumo che si rivolgeranno al marketing sensoriale.

Molte di queste nuove ricerche sono imperniate sul concetto di embodied cognition, ossia l’idea secondo cui anche in assenza di una cosciente consapevolezza le nostre sensazioni corporee contribuiscono a determinare decisioni che prendiamo. Per esempio, le persone che hanno brevemente tenuto in mano una bevanda calda fanno registrare una maggiore possibilità di ritenere amichevole uno sconosciuto rispetto a coloro che sono entrati in contatto con una bevanda fredda.

Nel marketing “cominciamo a renderci conto di quanto possono essere forti le reazioni agli stimoli inconsci” dice Adam Brasel associato di marketing al Boston College.
Aradhna Krishna dirige il Sensory Marketing Laboratory della University Michigan considerata la massima esperta in questo campo, ritiene che molte aziende da poco hanno cominciato a riconoscere quanto sia forte l’impatto dei sensi sulle parti del cervello: perché il vino ha un sapore migliore in un bicchiere da vino che in uno da acqua? Perché un’immagine pubblicitaria che ritrae una torta è più convincente se la forchetta è collocata sulla destra della torta stessa? Perché il profumo di cannella fa sembrare più efficace un cuscinetto scaldamani?

Schermata 2015-03-17 alle 15.05.50

Krishna si è resa conto che quando risultano in qualche modo congruenti i sensi si amplificano a vicenda (dato che la cannella suggerisce calore, può accrescere le attrattive e l’efficacia apparente di uno scaldamani). Si tratta di influenze sottili e proprio per questo particolarmente forti. I consumatori non le percepiscono come messaggi di marketing e perciò non reagiscono con la resistenza che normalmente oppongono alla pubblicità e ad altri tipi di promozioni.

Le case automobilistiche sono da anni particolarmente attente ai cinque sensi: i progettisti sono fortemente impegnati a ottimizzare la sensazione dei pulsanti al tatto, il rumore rassicurante delle portiere quando si chiudono, l’odore specifico dell’automobile nuova.

E tuttavia ancora ampi sono i settori dell’industria di consumo che si concentrano esclusivamente sugli aspetti visivi, curandosi poco degli aspetti sensoriali. Chi segue lo sviluppo e la commercializzazione dei prodotti deve modificare questo approccio. I dirigenti delle banche devono fare un modo che gli uffici delle filiali trasudino il rassicurante aroma di legno e cuoio che rimanda un messaggio di ricchezza.

I produttori di beni di lusso che vendono online devono considerare il messaggio che trasmettono spedendoli avvolti in una busta di plastica invece che in carta velina di alta qualità.

Tutte le aziende dovrebbero prendere in considerazione una progettazione di tipo olistico che utilizzi i sensi per creare e intensificare una personalità del brand gradita e ricordata dai consumatori.

Smell-your-brand-il-marketing-sensorialeFonte: Harward Business Review Italia, Marzo 2015

 

San Valentino, la festa del vero amore

Mettete a letto i bambini, fate girare le nonne, oscurate lo schermo dallo sguardo dei colleghi spioni, ciò che vi sto per mostrare è roba forte.
Ma per davvero forte forte forte (cit.).

Ci siete ancora?
Vabbè, ma poi non venitemi a dire che non ve l’avevo detto…

Signore e signori, quando l’arte diventa adv, quando il genio riesce ad esprimersi, quando la creatività si mette al servizio dei sentimenti più puri, ecco che nascono le più belle pubblicità dedicate alla festa degli innamorati, San Valentino.

Vive l’Amour ❤ ❤ ❤

IMG_4576 IMG_4578 san1