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Virtual Data Room: perché sceglierle?

Partiamo prima con un po’ di storia e cerchiamo di capire cosa sono le Data Room, ancor prima di diventare Virtual.

Data Room e Virtual Data Room

Le Data Room sono dei posti utilizzati nelle operazioni di due diligence per la cessione di un’azienda o di un ramo di essa, in cui i rappresentanti aziendali si ritrovano per la cessione di un’azienda o di un ramo di essa.

Le Data Room sono luoghi “protetti”, perché in essi il venditore rivela all’ipotetico acquirente informazioni strettamente confidenziali, assolutamente da non divulgare all’esterno e dunque riservate, che riguardano il bene in vendita.

Originariamente si trattava di luoghi fisici, stanze sorvegliate costantemente,situati presso l’azienda messa in vendita o nella sede dei suoi legali, dove i potenziali acquirenti entravano, spesso uno per volta, per poter consultare tutti i dati della società di loro interesse in maniera sicura e blindata.
Spesso, quando si trattava di grosse società o di operazioni finanziarie di alto profilo, era necessaria la presenza di consulenti esperti in varie discipline che aiutassero nelle operazioni di studio e consultazione dei dati, al fine di poter valutare la fattibilità dell’operazione stessa.
Si comprende agevolmente, dunque, come questa procedura fosse dispendiosa sia in termini economici che di tempo: recarsi nella data room, uno alla volta, esaminare i dati, riunirsi poi al fine di discuterli in team e valutare l’entità della transazione comportava infatti un notevole dispendio di denaro e tempo.VDR o Data Room

I vantaggi delle Virtual Data Room

Per ovviare a questo problema, mantenendo i caratteri di estrema riservatezza che l’operazione richiedeva, non appena la tecnologia ha messo a disposizione i mezzi necessari, le data room hanno ceduto il passo alle Virtual Data Room, ovvero un sofisticato spazio web riservato ai potenziali clienti e alle persone direttamente coinvolte nell’operazione finanziaria, ai quali viene fornito un documento di accesso e una password segreta.

In tal modo, abbattendo quasi completamente i costi della Data Room, la Virtual Data Room ha permesso di accedere a dati riservati, scaricarli, valutarli ed analizzarli, senza costringere gli interessati a spostamenti spesso costosi e talvolta improduttivi, facilitando una comunicazione diretta e veloce tra tutte le figure coinvolte nell’operazione.

Le caratteristiche delle Virtual Data Room

La riservatezza è fatta salva attraverso diverse garanzie di sicurezza: coloro i quali accedono alla Virtual Data Room devono garantire di non divulgare le informazioni riservate ivi contenute; l’acquisizione dei dati viene tenuta sotto controllo con metodi certificati, che registrano l’identità di chi accede ai dati, la tipologia di dati consultata ed eventualmente scaricata e i tempi di connessione di ciascun soggetto.

La Virtual Data Room consente, tra le altre cose, la comunicazione tra potenziali acquirenti e venditore, al quale si possono porre domande in presa diretta o richiedere eventualmente altri documenti contenenti ulteriori informazioni necessarie al potenziale acquirente nella valutazione dell’operazione finanziaria, abbattendo lungaggini che invece si verificavano con il sistema della Data Room.

Chi ha scelto le Virtual Data Room

Importantissime aziende internazionali si sono già avvalse di questo sistema assolutamente sicuro ed innovativo per condurre transazioni aziendali di estremo rilievo economico, tra cui Finmeccanica e Club Med (fonte: Borsa Italiana).

Risulta evidente che avvalersi di una Virtual Data Room diventa una scelta quasi obbligata per le aziende che vogliano proteggere dati riservatissimi e che vogliano facilitare lo scambio di informazioni tra eventuali acquirenti e venditore, senza rinunciare alla sicurezza dello scambio di informazioni così preziose ai fini economici e finanziari, ma eliminando tutti quei costi che una semplice Data Room tradizionale richiedeva.

Internet ha permesso di annullare le distanze geografiche tra noi ed il resto del globo e senz’altro, dal punto di vista finanziario, con la creazione della Virtual Data Room ha segnato un grosso passo in avanti nel processo di cessione di aziende o rami d’azienda, che spesso si configura come un iter molto complesso, ricco di insidie, delicatissimo e oneroso sia in termini economici che di tempo.

Da Galileo a Google: come i Big Data ci aiutano a conoscere noi stessi

“Grazie alle nostre conoscenze, scopriamo noi stessi.
Ogni nuova lente è anche un nuovo specchio.”

La Big Data Revolution è in atto! Stiamo parlando di come le persone creano una memoria storica delle loro attività e quindi di come mantengono e utilizzano le conoscenze acquisite. Quindi è facile prevedere che le sue consequenze trasformeranno interamente il modo di guardare il mondo che ci cirdonda, ma anche noi stessi e il modo in cui affronteremo le sfide future.
In pratica ci consentirà di creare nuovi ambiti che renderanno possibile per la nostra società scoprire e sondare in modo più efficace la sua stessa natura.

È sotto gli occhi di tutti che i Big Data stanno cambiando le discipline umanistiche, le scienze sociali, il commercio e tutto quell’insieme di regole che fino a poco tempo fa sembravano immutabili.
Come una lente ottica è in grado di trasformare e manipolare in maniera affidabile la luce, allo stesso modo le nuove tecnologie digitali ci permettono di utilizzare efficacemente e al meglio ogni tipo di informazione.

Ciò che rende la nostra epoca diversa da tutte quelle precedenti appunto la digitalizzazione delle informazioni; data la grandissima quantità di dati a nostra disposizione da analizzare e avendo d’altra parte una potenza di calcolo sempre più efficiente e performante, ecco che diventa possibile ampliare le nostre conoscenze e scoprire sempre nuovi punti di vista.

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L’analisi dei Big Data, l’estrazione sempre più affidabile e consapevole delle informazioni dall’infinita mole di dati a nostra disposizione, ci permette di estrarre significato utile alla crescita cultuale globale.
In un mondo nel quale in un’ora si “twittano” più parole di tutte quelle presenti nei testi scritti nell’Antica Grecia, una razionalizzazione qualitativa della conoscenza diventa forse fondamentale per l’intero genere umano, permettendoci allo stesso tempo di conoscere meglio noi stessi.

(Di seguito alcuni grafici che estraggono i termini presenti in decine di migliaia di libri e ci mostrano l’utilizzo di alcune parole nel corso dei secoli, dimostrandocome l’umanità sia cambiata allo scorrere del tempo. Un’analisi del genere è possibile oggi solo grazie alla digitalizzazione dei libri e all’enorme potenza di calcolo dei computer: insomma grazie ai Big Data 🙂 ).

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(Testo liberamente ripreso e adattato da brainpickings.org – “From Galileo to Google: How Big Data Illuminates Human Culture” by Maria Popova)

Facebook vale più della IBM

Grazie ad un ottimo andamento azionario a Wall Street, il gruppo che fa capo a Facebook oggi dovrebbe poter vantare una capitalizzazione superiore ai 200 miliardi (il doppio di quella prevista tempo fa per il suo debutto in borsa) e che gli permette di avere un “valore superiore a moltissime storiche corporate, come per esempio la IBM.

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Per molti analisti si tratta di un cambio epocale:

  • il sopravvento del Soft(ware) sull’Hard(ware)?
  • il predominio della socialità sulla tecnica?
  • il maggior valore delle relazioni umane sui freddi numeri?

Naturalmente no 🙂 questa dicotomia è solo una forzatura. Una cosa non esclude l’altra; anzi all’opposto, possiamo parlare semplicemente di due facce della stessa medaglia, strettamente interconnesse fra loro.

Di certo però, il sorpasso di Facebook è il sintomo di una tendenza, l’evidenza di un mondo che sta cambiando (se non è già cambiato), della nascita di nuovi modelli di business che hanno stravolto il mercato del lavoro e che presto stravolgeranno la vita di tutti noi.

Presumibilmente il social network di Zuckemberg prima o poi verrà anch’esso superato da qualcos’altro, ma il trend – a parere mio – sarà questo per molto tempo ancora.

 

Il mondo è digitale

Non bisogna cambiare perché è arrivato il digitale, ma perché è cambiato il mondo.

Il modello di business di numerosi settori tradizionali è messo in forte discussione. Nascono nuovi mercati, nuovi mestieri, nuove aziende e anche (soprattutto) nuovi modelli di consumo.

Stiamo affrontando una potente trasformazione culturale, economica e sociale, grazie alla disponibilità di strumenti nuovi che hanno moltiplicato le possibilità di accesso a informazioni e servizi, rivoluzionando il profilo di utente/consumatore come lo abbiamo sempre conosciuto.

Per tutti questi motivi è necessario capire la profondità di questi cambiamenti, gestirli positivamente e sapersi riprogettare.

Le nuove tecnologie sono solo uno strumento, siamo noi che abbiamo la fortuna di poterle adoperare per cambiare il mondo in meglio, perlomeno il nostro 🙂 .

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Il gioco di squadra

Non la finanza. Né la strategia. Né la tecnologia.
È il lavoro di squadra il vantaggio competitivo fondamentale di ogni azienda.

Anche le persone più capaci, brillanti, di maggior talento, se non sanno fare gioco di squadra, se non sono capaci di entrare in empatia con gli altri membri del team, possono risultare più dannose che utili per l’organizzazione di cui fanno parte.

Se tu riuscissi a far remare nella stessa direzione tutte le persone che appartengono ad un’organizzazione, potresti dominare qualsiasi settore, in qualsiasi mercato, contro qualunque concorrenza, sempre.

Tuttavia il buon gioco di squadra, quello che funziona, quello che permette ai team di raggiungere grandi obiettivi e di fare realmente la differenza, è molto raro da vedere.
Questo perché nei team aziendali sono sempre in agguato cinque disfunzioni – ben note a chiunque si sia trovato a far parte di un team di lavoro – che causano litigi e incomprensioni, allontano gli obiettivi e generano fallimenti:

  1. mancanza di fiducia
  2. paura del conflitto
  3. mancata assunzione degli impegni
  4. fuga dalle responsabilità
  5. poca attenzione ai risultati

5-DISFUNZIONI

Assenza di fiducia

La prima disfunzione è l’assenza di fiducia tra i membri del team.
Sostanzialmente essa deriva dalla indisponibilità a essere vulnerabili nel contesto del gruppo. I membri del team che non sono sinceramente aperti l’uno con l’altro sui propri errori e sulle proprie debolezze impediscono di creare i fondamenti per la fiducia.

Paura del conflitto

Non riuscire a costruire la fiducia è dannoso perché prepara il terreno alla successiva disfunzione: la paura del conflitto.
I team che mancano di fiducia sono incapaci di dedicarsi a un dibattito di idee non filtrato e appassionato. Al suo posto ricorrono discussioni velate e commenti guardinghi.

Mancanza di impegno

La mancanza di un sano conflitto è un problema perché induce la terza disfunzione di un team: la mancanza di impegno.
Se non hanno dato voce alle proprie opinioni nel corso di un dibattito accalorato e aperto, i membri del team prendono raramente, se mai lo fanno, a cuore le decisioni sebbene possano ostentare accordo durante la riunione.

Sottrarsi alle responsabilità

A causa della mancanza di impegno e partecipazione, i membri del team tendono a sottrarsi alla responsabilità.
Senza dedizione a un vero piano d’azione, anche le persone più concentrate e determinate spesso esitano a richiamare i propri compagni su azioni e comportamenti che sembrano controproducenti per il bene del team.

Disattenzione ai risultati

Non riuscire a considerarsi l’un l’altro responsabili crea un ambiente dove la quinta disfunzione può prosperare.
La disattenzione ai risultati si verifica quando i membri del team mettono le proprie esigenze individuali (come l’ego, i problemi personali o l’avanzamento di carriera) al di sopra degli obiettivi comuni del team.

Come una catena con una sola maglia rotta, il lavoro di squadra si deteriora se si permette anche a una singola disfunzione di prosperare.

Tratto e liberamente adattato da “La guerra nel Team”