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Se potessi avere 1000 euro per ogni eCommerce

Art. 39 del Decreto Sviluppo in materia di attuazione dell’Agenda Digitale italiana e di start up innovative:

E’ concesso per l’anno 2013 un contributo di mille euro alle micro e piccole imprese che avviino, per la prima volta, l’attività di commercio elettronico inteso come transazioni Via Internet di beni e servizi.

Lo avete capito l’articolo 39 o volete rileggerlo? No, perché con certe cose non si scherza, bisogna intenderle bene, metabolizzarle, guardare in faccia alla realtà!

Qui si fa il futuro di questo paese, mica pizza e fichi! Qui si parla di start up innovative, di digitale, di commercio elettronico, di sviluppo economico.

E noi che facciamo? Offriamo mille euro a chi avvia un’attività di commercio elettronico… “ma mi faccia il piacere” (avrebbe detto il principe De Curtis) :-).

Non m’interessa puntualizzare sulla cifra palesemente irrisoria che potrebbe far credere a qualcuno che i progetti seri di Marketing digitale valgano solo mille euro (non è vero, non è così e non può essere così).

Quello che mi spaventa è percepire l’assoluta mancanza di prospettive di ampio respiro in questa disposizione.

Faccio un esempio per essere più chiaro:

se si offrono 1000 euro a chiunque acquisti una bicicletta elettrica la meta da raggiungere è chiara: si vuole incentivare l’utilizzo di un mezzo ecologico a basso impatto. Non interessa che tipo di bicicletta si compri (economica, costosa, tecnologica o spartana) l’obiettivo prefissato sarà raggiunto comunque.

Se invece:

si offrono 1000 euro a chiunque avvii un’attività di commercio elettronico con l’obiettivo di promuovere le transazioni online e dare fiato ad un settore (quello del commercio) che è in affanno, non sarebbe forse il caso di fare qualche distinguo? Basta un sito Web o è anche necessario che questo sito Web sia efficace, visitato, produttivo, che quindi porti un reale vantaggio all’azienda?

Se non si chiarisce questo punto, a qualcuno può venire il sospetto che siamo tornati ai tempi dei subdoli finanziamenti a pioggia, e le malelingue potrebbero chiedersi: a chi gioverebbe questa orribile disposizione?

Forse a coloro che offrono siti Web (inutili) a basso costo? E se fosse così faremmo un passo avanti o dieci indietro?

Insomma, a me hanno sempre insegnato che 1 + 1 fa 2!


La condivisione delle emozioni

Qualcuno dice che è tutta una finzione. Lo fa solo per prendere voti.
Qualcun altro dice che invece lui, il presidente, è proprio così come appare in foto.

Probabilmente i primi sono conservatori e i secondi democratici. Così è la politica, i pregiudizi annebbiano la mente e danno alle cose sempre un’etichetta ben precisa.

Poi ci sono quelli che non dicono niente, non hanno un’opinione prestabilita.
Però guardano, osservano e vedono un uomo che abbraccia una donna. Così come tutti gli innamorati si abbracciano.

Poi vedono un bambino sorridente e ricordano la spensieratezza, la felicità di quell’età, che non torna più. Ma si rendono conto che è necessario rendere il mondo un posto migliore perché nuovi bambini hanno il diritto di ridere felici e spensierati.

Infine vedono una bimba stringersi  al collo del padre, così come spesso è accaduto a loro con i propri figli.

Insomma, la gran parte delle persone, non vede in tutto questo un freddo messaggio politico (seppur presente), ma vive delle sensazioni.

Non so se Barack Obama vincerà le elezioni, di certo però ha già vinto la gara delle emozioni.

Il Circo della Farfalla

Vi prego guardate questo capolavoro, guardatelo tante volte.
Fatelo vedere ai vostri amici, alle persone a cui volete bene, ma anche a quelle che vi stanno sulle scatole.

Guardatelo e poi guardatevi dentro: vi aiuterà a diventare una persona migliore, perché in ognuno di noi c’è una farfalla che non aspetta altro che volare.

Perché ciò di cui ha bisogno questo mondo è un po’ di stupore!

I giovani, la politica e il digitale

Il prossimo periodo – politicamente parlando – sarà molto caldo. Ci saranno le elezioni anticipate? Sì, no, forse. Di certo ci sarà un nuovo Presidente della Repubblica. Una nuova legge elettorale?

Insomma tanti nodi da districare. Ma chi li scioglierà, o perlomeno tenterà di farlo? Probabilmente i soliti volti noti, vecchi, desunti, incapaci di instillare nelle nuove generazioni entusiasmo e voglia di fare.

Infatti sono anni oramai che numerosi studi mettono in luce un continuo e progressivo allontanamento dei giovani dalla politica e dalle forme di attività partecipata tradizionale. Tali percorsi di vita pare non abbiano più appeal sulle nuove generazioni “digital addicted”, quei ragazzi multitasking che studiano con la radio accesa, mentre aggiornanoil loro profilo su Facebook e rispondono agli sms via Smartphone. I quali ovviamente nonpossono non comunicare, esprimersi e partecipare in maniera radicalmente diversa sia dai loro genitori che dai fratelli maggiori, quei 30/40enni che continuiamo ostinatamente a chiamare giovani.

Senza entrare in discorsi troppo complicati, ma analizzando semplicemente i fatti, è evidente che oggi gli ideali non bastano più per radunare un milione di persone in piazza o creare movimenti giovanili partecipativi in grado di essere realmente degni di nota(qualsiasi sia il loro colore politico). Disincanto, disillusione, nuovi meccanismi di interazione sociale lo impediscono. Emerge d’altra parte un nuovo modello associativo e di partecipazione, basato sulla creazione di gruppi informali (spesso nati e alimentati online) attorno a un progetto, piuttosto che ad appartenenze ideologiche, in cui si vuol essere gli attori principali sullascena, senza leader.

Questo avviene soprattutto grazie ad innovativi modi di espressione e partecipazione, nuove tecnologie, nuove esperienze di comunicazione che si dimostrano i veri ed unicistrumenti utili per allargare la platea dei possibili “nuovi attivisti”.

Uno dei presupposti della democrazia digitale (che piaccia o meno è la realtà che abbiamooggi tra le mani) è una cittadinanza informata, critica, capace di formare ed esprimere opinioni consapevoli; e i giovani in questo contento – forti di un aumentato livello diistruzione, nonché esposti sin dalle prime fasi della socializzazione politica a un massiccio flusso di informazioni – vanno coinvolti tenendo conto di queste peculiari specificità. La rete deve essere vista come un nuovo ambiente di interazione sociale e di mobilitazione politica.

I giovani digitali rappresentano il principale motore dell’innovazione e la loro partecipazione è essenziale se si vogliono costruire società più democratiche, più solidali e più prospere.

Oggi, la partecipazione giovanile o è digitale o non è.

Cominciamo da noi

Da qualche tempo per motivi di lavoro ho il piacere di poter frequentare e seguire i consigli dell’ideatore di Selvanova, Antonio Buono, che ha dato vita ad un vero e proprio progetto integrato che abbraccia tanti ambiti, tutti uniti da un unico comun denominatore: l’amore per la terra.
Da poco è poi nato anche un progetto Web, ComincaredaSé.it un blog nel quale si spiega il perché è importante assumerci la responsabilità delle cose che non vanno e non aspettare sempre che le soluzioni cadano dall’alto.

Ed io che ho sempre pensato dentro di me “aiutati, che Dio ti aiuta” ho trovato il luogo ideale per prendere spunto, riflettere, capire e agire. Sì perché poi alla fine bisogna agire, mettere in pratica – se non tutto – almeno qualcosa. Nel nostro piccolo chiunque può contribuire a migliorare il mondo in cui viviamo.

Perciò, cominciamo da noi, per esempio sfruttiamo:

  • il Car pooling: indica una modalità di trasporto che consiste nella condivisione di automobiliprivate tra un gruppo di persone, con il fine principale di ridurre i costi del trasporto;
  • il Bike sharing: sempre più amministrazioni pubbliche mettono a disposizione un servizio di biciclette pubbliche, approfittiamone;
  • riduciamo il nostro carico di rifiuti del 47%: è possibile e qui viene spiegato come;
  • i vantaggi di fare la spesa dal contadino: l’agricoltura a Km zeroè una filosofia di consumo ecosostenibile;
  • l’architettura a basso impatto: con un ridotto consumo di risorse naturali non rinnovabili nella costruzione e trasformazione dell’habitat.

E tu hai qualche altro consiglio da offrire per poter “cominciare da noi“? 🙂