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Spunti per un buon Marketing Immobiliare

In un esperimento condotto dall’Università del Kansas, i soggetti a cui è stato chiesto di vendere una loro tazza da caffè hanno chiesto un prezzo mediamente 2,2 volte superiore a quello che gli altri soggetti del campione erano disposti a pagare.

I ricercatori sostengono che le persone tendono a conferire maggior valore agli oggetti che possiedono, perché vengono associati con la propria personalità, e quindi a livello inconscio l’atto di separarsene è percepito come una minaccia.

Se riportiamo questo studio al modo in cui le persone decidono il valore del loro immobile da vendere e il modo in cui gli acquirenti si avvicinano all’acquisto, si capisce meglio che tutto ciò porta il venditore spesso a pretendere di più di quanto un compratore possa essere interessato a spendere per l’acquisto.

Il fenomeno Startup: un problema sociale

Ormai siamo inondati.
Quelli come me che vivono la rete per mestiere, incontrano ogni giorno sul loro cammino, decine di notizie, comunicati, lanci di Startup, incubatori, VC, investimenti e crowdfunding. Un mare infinito di persone che si dedicano solo a questo.

Moda temporanea? Bolla pronta ad esplodere?

No, per me è molto più semplicemente un problema sociale.

Qualche decennio fa, le giovani generazioni avevano la strada (non spianata) ma perlomeno segnata. Sapevano che se volevano una cosa e intraprendevano un determina percorso, con buone probabilità sarebbero giunti alla loro meta.

Il sentimento che li animava era intriso di fiducia nel loro impegno.
Tanto è vero che i principali problemi sociali erano dettati dal voler migliorare la propria condizione: maggior retribuzione, più tutele, diritti certi. Questo perché una condizione, qualsiasi essa fosse, c’era.

 

Oggi, non se ve ne siete accorti, ma è tutto diverso, stravolto (anche se molti continuano ad utilizzare gli stessi schemi mentali degli anni settanta).

I giovani non hanno più alcuna speranza fondata. Lo studio, anche accademico, non è propedeutico a nulla. Non è vero che i migliori occupano i posti più importanti (basta guardare il parlamento o capitani d’industria eredi di genitori e nonni dei quali non hanno preso assolutamente niente).

Come conseguenza, le giovani generazioni hanno smesso di lottare per cambiare le cose, perché loro una cosa seppur piccola non ce l’hanno. Come si fa a lottare per una retribuzione migliore se una retribuzione un giovane non l’ha mai percepita? Come si fa a pensare alla pensione?

Da qui ne deriva uno sfaldamento profondo del senso civico ed una sfiducia nelle istituzioni. Purtroppo. Ed ancora, i giovani smettono anche di cercare lavoro (boom disoccupazione alle stelle).

E cosa fanno? Carichi di sfiducia negli altri, delusi da una società marcia, pieni però di forze ed energie decidono di puntare solo su sé stessi. Sulle loro idee. Sui loro sogni che oggi prendono il nome di Startup.

Peccato che le loro idee spesso sono sciocchezze e i loro sogni irrealizzabili. Ma loro non lo capiscono, vogliono vivere, vogliono sposarsi, vogliono avere dei figli. Meglio provare e fallire, piuttosto che che rinunciare e fallire lo stesso.

I mantra sull’autostima si sprecano. Se puoi sognarlo puoi farlo. Nessuno però che dica che se non puoi farlo te lo puoi solo sognare.

Infatti un numero incredibile di Startup fallisce miseramente. Pochissime riescono, quelle che hanno successo vero si contano sulle dita di una mano.
Per la stragrande maggioranza ci sono solo anni e anni di impegno barbaro, sangue e sudore,e niente più. Non lo dico io, basta guardarsi intorno.

In conclusione, volete leggere in profondità il fenomeno sociale che muove le Startup?
Bene. Allora non si può ignorare che prima di essere un canale di speranza, è un grande grosso problema!

Wi-fi Free è bello e conveniente

Grazie ad una foto di un amico medico-imprenditore molto illuminato ho la possibilità di scrivere questo post che avevo da un po’ di tempo che mi gironzolava per la testa.

Il tema è quello del Wi-fi (purtroppo) ancora a pagamento negli alberghi scatena sempre le ire dei clienti.

Oggi, novembre 2013, in un hotel a 4 stelle il tariffario è questo:

  1. € 2 per 2 ore di connessione
  2. € 5 per 24 ore di connessione
  3. € 3 per un’ora (una sola!) utilizzando il computer dell’albergo

Ebbene quest’articolo potrebbe finire qui, perché è talmente evidente l’errore strategico che se non lo specificassi subito, farei un torto agli amici che hanno la pazienza di leggermi.

Però stasera, voglio parlare con loro, con i maghi dell’ospitalità alberghiera per tentare di spiegargli il perché è conveniente (dal punto di vista ECONOMICO) offrire gratuitamente il Wi-fi nelle loro strutture ricettive.
Cito la convenienza perché ho la sensazione che questi signori siano mossi da un’unica (anche giusta, per carità) motivazione: i soldi :-)!

Ok, facciamo i conti della serva.

Supponiamo che per coprire un hotel di piccole dimensioni con una connessione Wi-fi di buona qualità abbia un costo di € 300 al mese (considerando che una connessione casalinga ha un costo medio di  € 30 al mese).

Quest’hotel dispone di 20 stanze, quindi il prezzo del Wi-fi suddiviso per stanza è di € 15 al mese.

Tale costo è fisso, cioè una volta che la direzione ha deciso di fare l’investimento, che la camera sia occupata o meno, che l’ospite lo usi oppure no, il costo deve essere comunque sostenuto (lo so, sono concetti stupidi, ma preferisco ribadirli).

Quindi se si volesse utilizzare un tariffario per accollare il costo del Wi-fi al cliente, ogni “stanza” dovrebbe connettersi almeno 5 volte al mese (5 x 3 = € 15) per coprire i costi.
Dalla sesta connessione l’albergo andrebbe in attivo (3 fantastici eurini gli uni sopra gli altri).

Mettiamo però che un ospite si arrabbi e decida di non tornare più, con un mancato guadagno di € 60 (cioè 20 connessioni).
In più questo cliente decide di dirlo ai suoi amici su Facebook e 2 di questi decidano di non scegliere quell’albergo per una loro imminente trasferta: in questo modo il mancato guadagno è di € 180 cioè 60 connessioni.

Sia ben chiaro, la situazione sopra descritta non capita facilmente, anzi le probabilità che accada sono abbastanza scarse: diciamo 1 su 100?
In pratica ogni 200 connessioni (che valgono € 300), ne servono 120 aggiuntive.
Quindi in realtà ne sono solo 80 quelle utili, ed in questo modo l’albergo ci va aanche a perdere (80 x 3 = € 240 che sono inferiori al canone mensile di € 300).

Insomma un caos incredibile per poi andarci anche a perdere.

Facciamo invece il ragionamento opposto, ovvero che il Wi-fi sia gratuito e che il costo mensile di € 300 sia a carico dell’albergo, ma per poter accedere l’ospite è obbligato a mettere Mi Piace sulla fanpage Facebook dell’Hotel oppure a fare Check In su foursquare.

Ricordate le 20 stanze?
Bene diciamo che la metà degli ospiti utilizza il Wi-fi e quindi avremo 10 connessioni Social al giorno, cioè 300 spot promozionali al mese.
Il calcolo è presto fatto: ogni “spot” costa all’Hotel € 1.
Mettiamo poi che ogni ospite abbia almeno 10 persone che vedono lo “spot”, ed ecco che il suo costo è sceso a € 0,1 e che ognuno di loro arrivi ad altre 10 persone per un costo complessivo di un centesimo uno.

La domanda a questo punto è: caro Hotel ti andrebbe di entrare nelle case delle persone pagando € 0,1 a contatto?
Se hai fatto altre attività di Web Marketing sai che un clic su adwords può costare anche 4 o 5 volte tanto e che le campagne SEO sono dispendiose se fatte bene.

Mmmhh interessante… dai prendi la calcolatrice e il pallottoliere, fatti due conti e poi anche tu converrai che il Wi-fi Free è bello e conveniente :-).