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Il mestiere più bello e difficile del mondo

E’ il mestiere più difficile del mondo, oltre che il più bello.

Genitori non si nasce, ma si diventa. Qualcuno prima e qualche altro dopo. Alcuni invece, nonostante una prole abbondante, non riescono a diventarlo: ma questo è un altro discorso.

Insomma, si diceva, essere papà, fare il papà, sentirsi papà è difficile: mille pensieri, complicazioni, stress.
E’ sempre stato così e così sempre sarà. Tuttavia oggi le modalità, le attività, i compiti e le responsabilità sono completamente diverse.

Il mondo del lavoro è cambiato, la società è cambiata, i ritmi di vita impongono stravolgimenti radicali ed epocali.

Un “papà contemporaneo tipo” probabilmente accompagna il figlio a scuola, sta a casa con lui quando è ammalato, lavora di notte per poter avere più tempo libero ed andare a guardare il saggio di danza della figlia.

Un “papà tipo di 20 anni fa” non lo immaginava neanche. Cucinare? Fare la spesa? Cambiare il pannolino? Ma quando mai… 🙂

Invece oggi è così.
Perché da un lato i papà hanno capito che corrono il rischio di vedersi sfuggire la bellezza degli anni più belli di un figlio; dall’altro perché le mamme hanno capito che oltre la famiglia c’è un mondo da vivere e scoprire.

Esigenze giuste e legittime. Il difficile è trovare il giusto equilibrio.

Ed è qui che deve intervenire la politica: flessibilità, telelavoro, meno burocrazia, aiuti alle mamme lavoratrici. Tutto questo è indispensabile in una società moderna, che ogni giorno cambia e si adegua. Anche da qui passa il futuro di questo paese.

E ora scusatemi che devo portare il bimbo dal medico, ha un po’ di febbre… :-)!

Quando il giorno incontra la notte

Paura dell’ignoto, paura delle nuove idee,  pregiudizi… non ci si basa su qualcosa di reale ma sul “se una cosa è nuovo la rifiuto immediatamente perché mi spaventa“.

Ci atteniamo sempre su ciò che è familiare.

Invece per me le cose più belle di tutto l’universo sono le più misteriose.

Bersani Vs Berlusconi ed un sogno che non si avvererà mai

Scusate, ho fallito, mi dimetto.
Sono una brava persona e volevo provarci. Pensavo anche di riuscirci, ma non avevo capito che non sono la persona giusta al momento giusto.
Questo paese ha bisogno di entusiasmo, voglia di fare, caparbietà e sogno.
Ed io invece sono solo un volenteroso portatore d’acqua.
Pensavo di essere il punto di equilibrio tra vecchio e nuovo, volevo passare alla storia come colui che ci è riuscito.
Ed ho fallito.
Vi chiedo scusa. Dovevo ascoltare le voci della pancia del paese, invece ho ascoltato le mummie.
Ed abbiamo perso.
Ma non solo le elezioni, ma l’appuntamento con la svolta.
Io e tutti gli alti dirigenti abbiamo fallito.
Mi dimetto e lascio a Matteo Renzi la guida del PD, affinché possa traghettare – insieme a tutti i giovani d’Italia – fuori dal pantano un paese che al 50% per colpa nostra è affondato nella melma.

Distinti saluti.
P. Bersani

Anche questa volta ho vinto, perché sono il migliore.
Beh forse non è che ho vinto, ma di certo non ho perso, e questo mi fa godere come un pazzo.
E come diceva il grande Marco (Van Basten) è meglio ritirarsi quando si ha ancora successo, ed io voglio fare questo.
Lascio.
Lascio oggi con l’Italia che mi acclama.
Voglio passare alla storia come colui che per il bene del proprio paese ha capito di cosa avesse bisogno il paese.
Ed il paese non ha bisogno del più grande politico di tutti i tempi, bensì ha bisogno di stimoli, entusiasmo, esempi di valore.
Quindi faccio un passo indietro ed Angelino Alfano guiderà il paese fuori dal pantano.
Ogni tanto gli telefonerò per suggerirgli cosa fare, ma grazie ai miei insegnamenti riuscirà a far risorgere la nostra fantastica Italia.

Con stima,
S. Berlusconi

Christoph Waltz, un vero mito!

Dopo 10 minuti di film ho sperato ardentemente che vincesse l’Oscar ed è stato così:

Christoph Waltz miglior attore non protagonista per Django!