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Sull’Internet Festival 2012: considerazioni varie

Location

Fantastica. Pisa nello scorso week end non era una città, ma un centro congressi a cielo aperto. Il gessetto azzurro colorava le vie del centro storico e univa “idealmente e non” le sedi dei millemila incontri ed eventi.

Studenti, turisti, internettari e comunicatori si mischiavano creando un’atmosfera stimolante, viva, orientata al fare.

Organizzazione

Mediocre, tendente allo scarso. Molti eventi si accavallavano senza ritegno. Altri saltavano all’ultimo minuto con ancor meno ritegno. Non è stato seguito alcun filo conduttore: un appassionato di un certo argomento doveva correre da un posto all’altro (non era meglio mettere gli eventi simili di seguito nello stesso luogo?). Da rivedere.

Qualità degli Eventi

Sufficiente, ma niente di che. Tanti, troppi, famosi relatori, invitati di eccezione, guru del web e della comunicazione partecipavano agli incontri per auto-incensarsi e lodare la fantastiche e mirabolanti doti della propria azienda.

Tutti ce l’avevano più bella dell’amato-amico-collega-professionistaindiscusso seduto al mio fianco.
Il mio cloud è più cloud del tuo. La mia comunicazione profuma (a differenza delle altre che puzzano).

Insomma, proprio come un vero e proprio Festival (avete presente Sanremo?): tanti sorrisini in superficie, rivoli di bile in sottofondo.

Ospiti, appassionati e addetti del settore

A fiumi. C’è stata un’affluenza spaventosa. Non si poteva camminare per strada. Tutti gli eventi, anche quelli dove i genitori del relatore fanno fatica a presenziare, avevano un discreto e motivato pubblico.
Ed è questo più che altro a decretare il successo dell’Internet Festival.

Noi semplici curiosi delle vicende internettare che abbiamo investito un po’ di tempo in questa manifestazione, che probabilmente con il tempo potrà diventare un appuntamento molto ma molto interessante.
La nostra presenza di quest’anno deve dare lo stimolo agli organizzatori per dare vita ad un Internet Festival 2013 di qualità e livello superiore, in termini di organizzazione, reale efficacia degli incontri, presenze autorevoli in alcuni campi.

Parola Start Up

Nauseante. Avete presente Paolini? Quel deficiente che si mette dietro i giornalisti facendo le corna e gesti inconsulti.
Ecco, la parola Start Up ha svolto lo stesso ruolo di rompiscatole asfissiante.

Chiunque avesse un microfono in mano ha detto almeno 374 volte la parola Start Up: al forno, in fricassea, con le patate e al sugo.
Start Up ovunque e comunque.
Poi arrivano dei giovani illusi da tutta europa per presentare i loro progetti (per esempio alla Start Cup organizzata dal Registro.it ma non solo) e tutti quelli che si sciacquavano la bocca con la parola Start Up e potevano fare realmente qualcosa per aiutare a realizzarne qualcuna, alzavano le mani e facevano un passo indietro.

C’è crisi, i soldi sono pochi, e tu povero ragazzo giovane e illuso da me non riceverai neanche il becco di un quattrino. Però se riesci a realizzare la tua idea magari ci mettiamo in società e dividiamo gli utili!

Pubblicato da Gabriele Granato

Founder @ 3d0 - Docente @ LUMSA - Presidente @ Fare Digitale - Papà orgoglioso. Credo nella cultura digitale e nel meraviglioso sorriso di mia moglie.