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Io odio la parola fortunato

Io odio la parola “fortunato”, sminuisce un sacco di lavoro.

Vivere in un appartamento di Brooklyn senza riscaldamento e pagare per mangiare piatti in una cantina, non credo che allora mi sentissi fortunato.
E fare spettacoli per 50 dollari e cercare di essere onesto con me stesso e rifiutare le pubblicità dove mi volevano come fenomeno da baraccone.
Dire che sono stato fortunato nega il duro lavoro che io ci ho messo ed è un’offesa a quella persona che si congelava la
chiappe a Brooklyn.
Per questo io non dirò che sono fortunato.

Ho convogliato la mia sorte per trovare o attrarre persone di grande talento. Per qualche ragione io ho trovato loro e loro hanno trovato me.

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Pubblicato da Gabriele Granato

Founder @ 3d0 - Docente @ LUMSA - Presidente @ Fare Digitale - Papà orgoglioso. Credo nella cultura digitale e nel meraviglioso sorriso di mia moglie.