Molti dicono che siamo in guerra, anche se lo fanno comodamente dal divano di casa sfornando pizze e guardando Netflix. Altri si fanno prendere dal panico, mani tra i capelli e la più grande crisi del millennio, sempre distesi sul divano con smartphone da migliaia di euro in mano. Poi ci sono quelli del giorno-dopo-giorno e domani si vedrà… e invece è oggi il giorno in cui bisogna immaginare il domani che verrà.
Tantissimi eventi cancellati, incapacità di gestire il quotidiano figuriamoci il medio termine, miopia e paura.
Prendiamo il caso della mia città Salerno: ogni anno viene organizzato un evento di risonanza nazionale chiamato “Luci d’Artista”, tante edizioni alle spalle che tra alcune luci (potevano essere di più e di certo non sono state d’Artista) e troppe ombre ha portato sicuramente una buona visibilità e una flebile speranza di vita culturale.
Orbene, siamo ad Aprile, mancano più di 6 mesi ad un’eventuale prossima edizione, cosa si pensa di fare quest’anno? Ci sono cose più importanti da gestire? Verissimo, ma non tutti stanno in prima linea negli ospedali a combattere il Covid, tantissimi sono a casa sul divano e Netflix. Qualcuno starà pensando, progettando e soprattutto programmando la nuova edizione?
Eh ma c’è il Covid19, probabilmente quest’anno l’edizione di Luci d’Artista 2020 non si terrà.
(Ok allora annunciatelo e togliamoci ogni pensiero!)
Ma è ancora prematuro… se ci saranno le condizioni sanitarie adeguate forse l’edizione 2020 di Luci d’Artista si terrà.
E allora nell’incertezza BISOGNA PROGRAMMARE!
Soldi non ce ne sono e non ce ne saranno, e allora perché non lanciare una call di idee per un’edizione sostenibile ad impatto economico (e ci metto pure ambientale) zero?
Cosa ci hanno insegnato le edizioni passate?
Cosa si può fare?
Come lo possiamo fare?
Ci sono guide turistiche che potrebbero darci mille spunti, organizzazioni culturali con energie da mettere sul tavolo, agenzie creative e di comunicazione digitale (non voglio autocitarmi, anzi me ne tiro fuori per ovvi motivi di conflitto di interessi) che sarebbero entusiaste di contribuire. Per non parlare dei giovani, dei talenti, del mondo dell’associazionismo.
Invece di cosa si parla? Tagliamo i fondi della prossima edizione, dirottiamoli sull’emergenza Covid (cosa buona e giusta!) e amen, l’anno prossimo se ne parla… follia, pura follia!
Rimbocchiamoci le maniche, tiriamo fuori le idee e prendiamo il futuro per le corna.
Io ci credo, e tu?