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I giovani, la politica e il digitale

Il prossimo periodo – politicamente parlando – sarà molto caldo. Ci saranno le elezioni anticipate? Sì, no, forse. Di certo ci sarà un nuovo Presidente della Repubblica. Una nuova legge elettorale?

Insomma tanti nodi da districare. Ma chi li scioglierà, o perlomeno tenterà di farlo? Probabilmente i soliti volti noti, vecchi, desunti, incapaci di instillare nelle nuove generazioni entusiasmo e voglia di fare.

Infatti sono anni oramai che numerosi studi mettono in luce un continuo e progressivo allontanamento dei giovani dalla politica e dalle forme di attività partecipata tradizionale. Tali percorsi di vita pare non abbiano più appeal sulle nuove generazioni “digital addicted”, quei ragazzi multitasking che studiano con la radio accesa, mentre aggiornanoil loro profilo su Facebook e rispondono agli sms via Smartphone. I quali ovviamente nonpossono non comunicare, esprimersi e partecipare in maniera radicalmente diversa sia dai loro genitori che dai fratelli maggiori, quei 30/40enni che continuiamo ostinatamente a chiamare giovani.

Senza entrare in discorsi troppo complicati, ma analizzando semplicemente i fatti, è evidente che oggi gli ideali non bastano più per radunare un milione di persone in piazza o creare movimenti giovanili partecipativi in grado di essere realmente degni di nota(qualsiasi sia il loro colore politico). Disincanto, disillusione, nuovi meccanismi di interazione sociale lo impediscono. Emerge d’altra parte un nuovo modello associativo e di partecipazione, basato sulla creazione di gruppi informali (spesso nati e alimentati online) attorno a un progetto, piuttosto che ad appartenenze ideologiche, in cui si vuol essere gli attori principali sullascena, senza leader.

Questo avviene soprattutto grazie ad innovativi modi di espressione e partecipazione, nuove tecnologie, nuove esperienze di comunicazione che si dimostrano i veri ed unicistrumenti utili per allargare la platea dei possibili “nuovi attivisti”.

Uno dei presupposti della democrazia digitale (che piaccia o meno è la realtà che abbiamooggi tra le mani) è una cittadinanza informata, critica, capace di formare ed esprimere opinioni consapevoli; e i giovani in questo contento – forti di un aumentato livello diistruzione, nonché esposti sin dalle prime fasi della socializzazione politica a un massiccio flusso di informazioni – vanno coinvolti tenendo conto di queste peculiari specificità. La rete deve essere vista come un nuovo ambiente di interazione sociale e di mobilitazione politica.

I giovani digitali rappresentano il principale motore dell’innovazione e la loro partecipazione è essenziale se si vogliono costruire società più democratiche, più solidali e più prospere.

Oggi, la partecipazione giovanile o è digitale o non è.

Cominciamo da noi

Da qualche tempo per motivi di lavoro ho il piacere di poter frequentare e seguire i consigli dell’ideatore di Selvanova, Antonio Buono, che ha dato vita ad un vero e proprio progetto integrato che abbraccia tanti ambiti, tutti uniti da un unico comun denominatore: l’amore per la terra.
Da poco è poi nato anche un progetto Web, ComincaredaSé.it un blog nel quale si spiega il perché è importante assumerci la responsabilità delle cose che non vanno e non aspettare sempre che le soluzioni cadano dall’alto.

Ed io che ho sempre pensato dentro di me “aiutati, che Dio ti aiuta” ho trovato il luogo ideale per prendere spunto, riflettere, capire e agire. Sì perché poi alla fine bisogna agire, mettere in pratica – se non tutto – almeno qualcosa. Nel nostro piccolo chiunque può contribuire a migliorare il mondo in cui viviamo.

Perciò, cominciamo da noi, per esempio sfruttiamo:

  • il Car pooling: indica una modalità di trasporto che consiste nella condivisione di automobiliprivate tra un gruppo di persone, con il fine principale di ridurre i costi del trasporto;
  • il Bike sharing: sempre più amministrazioni pubbliche mettono a disposizione un servizio di biciclette pubbliche, approfittiamone;
  • riduciamo il nostro carico di rifiuti del 47%: è possibile e qui viene spiegato come;
  • i vantaggi di fare la spesa dal contadino: l’agricoltura a Km zeroè una filosofia di consumo ecosostenibile;
  • l’architettura a basso impatto: con un ridotto consumo di risorse naturali non rinnovabili nella costruzione e trasformazione dell’habitat.

E tu hai qualche altro consiglio da offrire per poter “cominciare da noi“? 🙂

Lettera aperta a Luigi De Magistris (Sindaco di Napoli)

Caro Sindaco Luigi De Magistris,

le devo chiedere scusa, perché invece di scrivere a lei qualche giorno fa ho scritto al Presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, pensando che lui avesse più poteri, fosse più importante, avesse più competenze del sindaco più invidiato d’Italia. Certe cose non vanno dette neanche per scherzo.

Lei può tutto, più di tutti. Mi scusi.

Tornando a noi, penso che abbia sentito di quella cosetta dell’autobotte che si è ribaltata, incendiata, scoppiata, rotolata giù da un ponte qualche giorno fa (43 giorni per l’esattezza, 43).

Beh niente di che si figuri, lei sicuramente avrà problemi di più stringente attualità: il Napo la moneta di Napoli, sciorinare massime e aforismi su Twitter e Facebook, dichiarare che a Napoli le blatte non ci sono (anche se alcuni potrebbero testimoniare che le blatte esistono e parlano un napoletano quasi perfetto, ma sono i soliti detrattori).

Insomma mi scusi, di nuovo.

Tuttavia, umilmente, le sarei veramente grato se il problemino di cui sopra venisse, non dico risolto, ma almeno affrontato.

Mi rendo conto che certe cose lei non lo può sapere, perché vivendo nelle zone alte della città – quelle dei supereroi – non è abituato a percorrere (tenetevi forte) la “ex strada statale 162 dir del Centro Direzionale (SS 162 dir), ora strada provinciale ex SS 162 dir del Centro Direzionale (SP ex SS 162 dir)” di cui un tratto è di competenza del Comune di Napoli.

(Ho scoperto che le strade hanno nomi più lunghi degli aristocratici.)

E qual è il tratto di competenza del Comune di Napoli? Su dai, qual è? Non è difficile :-).
Beh sì è proprio quello in cui è avvenuto l’incidente e che dopo 43 giorni è ancora chiuso al traffico.

Come avevo anticipato al suo rispettabilissimo collega (ah non è suo collega? mi scusi), in Giappone anche i piccolotti dal muso giallo hanno avuto dei lievi disguidi qualche tempo fa: un terremotino ha fatto parapot, un centraluccia nuclearuccia ha fatto booom ed uno tsunamino ha fatto splash.
Qualche casetta è caduta, qualche strada è saltata, un paio di linee telefoniche si sono interrotte (niente che i tecnici del comune di Napoli non avrebbero potuto risolvere in pochi minuti) ma, mi capirà, questi orientali non sono delle cime come noi, non sono stati velocissimi però in 6 giorni hanno ricostruito un’autostrada.

Non rida e non li derida. 6 giorni sono fuori da tutti gli standard del super comune del super sindaco di Napoli, però non possiamo negare che almeno ci hanno messo l’impegno.

Se fosse stata competenza della Provincia, ed è chiaro che quelli lì che non sanno avvitare neanche una lampadina, c’erano poche speranze di risolvere in pochi giorni, ma noi seguaci del supereroe partenopeo ci chiediamo: come mai il mitico De Magistris dopo 43 giorni ancora non ci da la possibilità di andare a lavoro senza buttare il sangue?

Non siamo in tanti, circa mezzo milione, ed in confronto ai 6 miliardi e rotti della popolazione mondiale di cui lei si prende cura ogni giorno siamo veramente delle caccolette.
Ma se lei nella sua immensa sapienza, onniscenza e onnipresenza potesse portare avanti anche la nostra pratica gliene saremmo grati immensamente.

Con ammirazione, stupore e meraviglia la ringrazio,
un suo patito fan,

Gabriele Granato


Lettera aperta a Luigi Cesaro (Presidente Provincia di Napoli)

Caro Presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro,

sono oramai 40 giorni che la ex strada statale 162, ora strada provinciale, è chiusa al traffico a causa di un incidente accaduto ad un’autocisterna.
Era il 13 giugno. Sembra ieri. Come passa il tempo.

Oltre gli inevitabili disservizi e problemi alla circolazione la chiusura di questa strada comporta dei gravissimi pericoli per l’incolumità di tutti gli abitanti della zona (si stima circa mezzo milione), in quanto tale arteria è fondamentale in caso di evacuazione ed emergenze (ma lei dovrebbe saperlo bene, o no?).

In Giappone sono stati capaci di ricostruire un’autostrada in 6 giorni. Bravi ‘sti piccolotti dal muso giallo.

Noi non chiediamo tanto, anche perché siamo abituati ad altri standard, poi abbiamo il sole, il mare, è arrivata la bella stagione, insomma non siamo i tipi da autostrade in 6 giorni.

Capiamo anche 40 giorni sono pochini: assegna il caso a qualche dirigente, no il dott. De Cacchisuoi è in ferie, dallo al dott. Cav Senzamazzetta Nonsilavora, apri la pratica, chiama la ditta del cugino dell’usciere, non ha il DURC, fagli il DURC, porta il DURC, è sabato all’Inps non si lavora… insomma capisco le difficoltà. In 40 giorni a Napoli una strada non si ricostruisce e non si riapre neanche (perché da noi non c’è proprio niente da ricostruire, semmai mettere in sicurezza).

Vogliamo venirci incontro e chiudere a 60 giorni (va bene pure Fine Mese)?

Vogliamo fare per i primi di Settembre così fate le cose con calma?

Parliamo noi con l’altissimo che mette una buona parola con madre natura che ci lascerà in pace per questo mese d’Agosto, ma almeno a Settembre sarò possibile avere una strada aperta ed evitare a mezzo milione di persone di buttare il veleno per andare a lavoro tutti i giorni?

Con immutata stima e grande apprezzamento per il suo operato che da nessuno mai è stato messo in dubbio neanche per un istante,

la ringrazio e la saluto.
Gabriele Granato

Social-Test spicciolo spicciolo

Stamattina leggendo i giornali sono stato preso un po’ dalla rabbia e un po’ dallo sconforto. Alcune notizie di carattere economico e politico mi hanno destabilizzato. E come fanno tutti ho pubblicato questi miei piccoli sfoghi sui Social Network.

E qui comincia il mio involontario, semplice e spicciolo test.

Nel mio primo post (link) ho utilizzato solo testo, con dati e numeri. Abbastanza crudo, ho fatto riferimento alla giustizia sociale e bla bla bla.

Nel secondo post (link) ho invece pubblicato una foto. Ho focalizzato l’attenzione sull’aspetto umano dell’immagine che di per sé vuole già veicolare un messaggio intimistico, familiare.

Bene, il risultato di questo “test cotto e mangiato”?

Il primo post dopo pochi minuti ha avuto un gradimento immediato totalmente maschile, mentre il secondo esclusivamente femminile.

Maschietti

 

Femminucce

Non vorrà dire niente secondo voi: ed è vero. Probabilmente un caso. Non sono Seth Godin e dopo alcuni minuti solo poche persone mi hanno letto. Tuttavia fa riflettere che le prime 5/6 persone che hanno interagito con me si sono suddivise esattamente per sesso.

Campione troppo piccolo? Certo! Analisi poco scientifica? Ecchetelodicoafare :-).

Però chi studia i Social network non può ignorare questi seppur lievi segnali e io a bomba ve li rigiro :-).