fbpx

Grazie Paolo

Dopo 19 anni le ferite bruciano ancora e finché bruciano c’è speranza!

Grazie anche per questo, soprattutto per questo.

Grazie Paolo.

Grazie a te, grazie a tutti quelli che sacrificano le proprie esistenze per dare speranza agli altri. Grazie a quelli che ogni giorno – in nome vostro – portano avanti la speranza di un mondo migliore.

Grazie Paolo.

Grazie per la nausea che ancora ci procuri, per l’amarezza che ancora proviamo, per l’indignazione che ancora non è andata via.

Grazie per tutto quello che hai fatto nella tua coraggiosa vita, grazie per tutto quello che hai fatto in questi 19 anni e che sicuramente continuerai a fare.

Grazie di cuore Paolo Borsellino!

Fuggo da Facebook, ma non so cosa cerco

Una volta su Facebook era tutta campagna. Lunghe file di alberi, balle di fieno, uccellini cinguettanti e tanta voglia di stare bene insieme, socializzando.

Ora? Ora è un inferno!

C’è sempre un casino di gente, traffico impazzito come sulla tangenziale all’ora di punta, inquinamento sonoro e visivo, gang minorili che imbrattano muri e bacheche, adescamento, prostituzione, sfruttamento della prostituzione, musica neomelodica e Red Ronnie. Insomma anarchia allo stato puro.

Web Marketing FacebookIn un contesto del genere è facile immaginare come va a finire, ci sta sempre qualcuno che se ne approfitta e qualcun altro che si lascia tentare.

Ed infatti è così! Subito gli squali del 2.0, gli immobiliaristi spregiudicati della rete, propongono delle New Town (Google+) su brochure patinate, in cui si promette civiltà e buon vivere.
Casette a schiera ordinate a centri concentrici, frequentazioni selezionatissime, giardinetto di proprietà (dell’immobiliarista), station wagon nel garage.

Mi sembra un sogno. Scappo dalla città e mi ritiro in un paradiso. La mattina vado a lavorare in centro e la sera torno nel mio esclusivo angolino di paradiso. Eh sì, è proprio un sogno. Mutuo centennale, ipoteca su ogni cosa, di mio non c’è più niente, do tutto a quello squalo di immobiliarista e lui in cambio mi concede l’angolino di paradiso.

Aahhh soddisfazione e godimento 🙂

Arriva la domenica, tiro fuori il barbecue, bisteccona alla brace, coca cola gelata e… panico! No, non è possibile che… nel mio giardino passa un tizio che di solito frequenta il centro. Anzi sta sempre lì. Abita su Facebook da anni. Dal 2002 non fa altro che stare su Facebook… e adesso passeggia nel mio esclusivissimo giardino+?

Mi sono indebitato fino a tre generazioni per scappare dall’inferno, per frequentare solo gente chic con il cane e la puzza sotto al naso (mi avevano detto che si entrava solo su invito) e adesso il mio nuovo paradiso mi sembra assomigliare tanto al vecchio inferno.

Ma cos’è questa musica? Un video di Gigi D’Alessio su Youtube?

Nooooooo!

Eh no. Eh no! E che facciamo? Mi volete prendere in giro?

I patti erano chiari. Tutto diverso, tutto più bello, tutto fantastichissimo. Ed invece le solite chiacchiere. Le solite promesse da politicanti.

Diceva bene il vecchio saggio:

è inutile cercare una vita migliore nella vacuità di una nuova collocazione ambientale 2.0, la felicità è dentro di te

e soprattutto come diceva Lello:

chi parte sa da che cosa fugge ma non sa che cosa cerca!

La metropolitana resterà chiusa

…io avrei preferito per SEMPRE, invece solo dal 13 al 15 giugno.

Ma perché? Perché il personale dell’azienda era tutto impegnato per svolgere le attività legate ai referendum, insomma tutti i dipendenti della Metropolitana 6 di Napoli hanno fatto gli scrutatori.

Analizziamo un attimo la situazione:

  1. si è votato per i Referendum domenica e lunedì e considerato che il personale va al seggio il sabato, possiamo affermare tranquillamente che il periodo in qui gli scrutatori sono stati impegnati andava dal 11 al 13 giugno. Perché la metropolitana è rimasta chiusa dal 13 al 15?
  2. vi sembra giusto che dei dipendenti di un’azienda che fa servizio pubblico, tutti insieme contemporaneamente e allegramente, si assentino dal lavoro e blocchino un’intera attività di interesse (ripeto) pubblico?
  3. in un paese civile vale più l’interesse di un singolo (il lavoratore che partecipa come personale al referendum per guadagnare € 100/200) oppure l’interesse di una comunità che non può usufruire di un servizio pubblico fondamentale?
  4. se tutti i medici del policlinico decidessero di fare gli scrutatori, gli ospedali rimarrebbero chiusi?

Basta però farsi domande inutili: questa è la città in cui galleggiamo, questo è il paese in cui viviamo, questo è il presente che sopportiamo.

La democrazia è libertà. La libertà è partecipazione.

È vero che una percentuale delle persone che non va a votare è per il NO.

Tuttavia c’è anche sicuramente una larga parte che non può votare e – se potesse – voterebbe SI (pensate a quanti hanno un impedimento, un familiare da assistere, un lavoro a cui non si può rinunciare, una febbre da cavallo).

Altri ancora non sono stati bene informati. Non se la sentono di esprimere il loro giudizio. Nell’ignoranza preferiscono stare a casa.

In questo modo, è matematico che se non si raggiunge il quorum, quindi un numero congruo di persone, non si saprà mai se gli italiani, l’Italia, siano a favore o contro i quesiti proposti.

Il risultato di questa semplice equazione è lasciare tutto in mano alla politica, alla democrazia rappresentativa.

Ok, tutto legittimo, c’è scritto nella Costituzione, e poi sempre di democrazia si tratta.

Io vi invito solo a riflettere sul concetto – simile ma diverso – di democrazia diretta, quella che invochiamo quando andiamo al mercato e tutto costa di più, quando i ragazzi cercano lavoro e non lo trovano, quando giriamo per le strade e non ci sentiamo sicuri.

In quei momenti urliamo i nostri problemi alla classe politica e ci lamentiamo che nessuno ci ascolta. Ci rendiamo conto che ai piani alti non arriva la nostra voce.
Ebbene se non utilizzate lo strumento per eccellenza della democrazia partecipativa poi non lamentatevi che nessuno vi ascolta, che nessuno si occupa dei vostri problemi. Non vi lagnate che i politici si fanno i cacchi loro senza pudore!

La democrazia è libertà. La libertà è partecipazione.

Qui si fa la scoria o si vive

Da Wikipedia:

“In ingegneria nucleare si definisce scoria radioattiva lo scarto di combustibile nucleare esausto derivante dalla fissione nucleare.”

“Il combustibile esausto è infatti considerato scoria nucleare di III categoria, cioè scorie di alta radiotossicità e di grande persistenza nell’ambiente.”