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Fare bene il proprio lavoro

Secondo Seth Godin noi lavoriamo per:

  1. I SOLDI
  2. vincere delle sfide
  3. piacere
  4. l’impatto che ha sul mondo
  5. la reputazione che si acquista nella propria comunità
  6. risolvere problemi
  7. essere parte di un gruppo e per raggiungere obiettivi comuni
  8. essere apprezzato

Perchè la stragrande maggioranza delle persone si focalizza solo sul primo punto?

I soldi, come da sempre ci hanno insegnato, sono importanti ma non sufficienti per vivere una vita degna del suo nome.

Bisogna dare valore ad altre cose, dobbiamo imparare a godere delle piccole cose.

Preferisco non essere ricco, ma respirare aria pura. Preferisco non avere l’auto di lusso, il cellulare ultimo modello e il pantalone di marca, ma far crescere le nuove generazioni senza la criminalità organizzata.

Può sembrare strano, ma tutti questi concetti sono collegati.

Come ha detto Saviano, le mafie si combattono (e quindi si migliora il mondo) facendo ognuno di noi bene il proprio lavoro.

Ed il proprio lavoro si fa bene quando oltre ai soldi ci sono altre ragioni che ci spingono la mattina ad alzarci dal letto.

Lentamente muore

Un articolo molto interessante di Barbara Bonaventura sul sito 2010 Trends incentrato sulla cultura dell’innovazione mi ha fatto venire in mente le splendida poesia Lentamente muore di Neruda:

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Il cambiamento è l’energia che porta sviluppo e progresso. Anche quando si raggiunge un risultato positivo, bisogna sempre avere la voglia di continuare ad andare avanti, la voglia di inventare, innovare, migliorare.

Barbara nel suo articolo ci dice che non basta fare una scoperta sensazionale, godere di un vantaggio competitivo enorme su tutti gli altri, ma bisogna avere dentro di sé il desiderio di continuare questo viaggio e aggiunge:

Per assicurarsi una prosperità sostenibile , è necessario, pertanto, un impegno deciso nel costruire la cultura dell’innovazione e nel sostenere i leader affinché possano continuare ad innovare.”

A cosa serve il Web?

Impossibile non chiederselo ed io qualche volta non so proprio cosa rispondere.

Non perchè non ho nessuna idea al riguardo o perchè sono in difficolta, ma perchè rimango sbalordito da come viene spesso utilizzato e dal modo in cui tante persone rispondono a questa domanda.

A cosa ti serve un sito Web se nessuno lo visita? Non si sa.

A cosa ti serve un sito Web che ha visite ma talmente mal fatto che i visitatori scappano via e vomitano? Come sopra.

A cosa ti serve stare al primo posto su Google per la parola “coca cola” se vendi bibite frizzanti fuori lo stadio? A niente ma vuoi mettere la soddisfazione!

E allora, provatemelo a chiedere, dai su forza.. tutti insieme:

Gabriele, secondo te a cosa serve il Web?”

Vi ringrazio per la domanda, beh, io penso che il Web serva a fare i soldi, tanti soldi, quelli veri a palate, però vedendo come lo utilizzano in molti preferisco dire che non il Web non serve a niente.

Almeno mi risparmio una gastrite cronica!

La mia formazione

Qual è il mio background culturale?

Subito dopo essermi laureato in Scienze Politiche nel 2006 all’Università Federico II di Napoli con 108/110, ho deciso di frequentare e conseguire – sempre nel 2006 – un Master in “Diritto ed Economia delle Tecnologie Informatiche” presso l’Università di Camerino (splendida cittadina delle Marche) con votazione di 110/110 lode.

Non stanco di passare i giorni sui libri, ho conseguito nel 2008 anche un diploma di perfezionamento universitario presso la facoltà di giursiprudenza di Napoli dal titolo “Amministrazione e Finanza degli Enti Locali” sempre con 110/110 lode.

Di cosa mi occupo?

La mia vita lavorativa, e non solo, ruota attorno al Marketing e alle Strategie Digitali.
Come San Paolo sulla via di Damasco, durante gli anni dell’università, sono rimasto folgorato dalle immense potenzialità della rete e da allora non ne posso più fare a meno. Infatti oggi sono un consulente di Web Marketing.

Studiare il Web e le interconnessioni digitali, applicare a questi strumenti le tecniche di marketing, potenziare e promuovere il brand online delle aziende è il mio lavoro che svolgo nella mia agenzia 3d0 Digital Agency.

Cosa mi piace fare?

Adoro leggere, conoscere cose nuove, curiosare qua e là.
La musica, la radio, il blues sono i miei compagni di viaggio.

Il calcio (forza Napoli 🙂 ) è lo sport che mi ha aiutato a crescere. Avendo iniziato a correre dietro ad un pallone a 6 anni, sin da piccolo ho imparato i valori veri e genuini dello sport: condividere con gli altri le difficoltà della vita, saper perdere, allenarsi giorno dopo giorno per raggiungere gli obiettivi prefissati.

La mia vita (privata, non raccontatela in giro)

Se hai avuto la costanza, la pazienza e il coraggio di arrivare fin qua, allora hai diritto a sapere tutta ma proprio tutta la verità su di me!

Il nome Gabriele me lo diedero il 24 settembre 1981 i miei genitori. Era una notte d’autunno si trovavano in una clinica cattolica vicino Napoli e da quel giorno niente è stato più come prima, soprattutto per me :-).

Un’infanzia felice mi ha portato felicemente nell’età dell’adolescenza e tuttora posso confermare di essere una persona felice. La mia famiglia mi vuole bene, i conoscenti mi vogliono bene ed anche io non mi trovo per niente antipatico, anzi 🙂 .

Nato con un pallone da calcio in mano (stile Oliver Atton), ho passato i primi vent’anni della mia vita a correre in mutande, insieme ad altre decine di essere umani, su vari campi più o meno erbosi, dietro quello stesso pallone che al momento della mia nascita avevo in mano.

Poi è arrivata mia moglie e da quel momento il soggetto delle mie corse è cambiato.

La mia vita da signorino l’ho sempre vissuta a Pollena Trocchia (come non conoscete Pollena Trocchia? vergognatevi e soprattutto rimediate al più presto: il prossimo week end tutti a Pollena Trocchia!), poi da uomo fatto e finito sono andato ad abitare in città, a Napoli, località nella quale tuttora bazzico.

Nel 2011 ho però varcato come Ulisse le colonne d’Ercole e mi sono spinto oltre i territori conosciuti, sfidando l’ignoto ho deciso di trasferirmi nella ridente cittadina denominata Salerno (ah, non ve l’ho detto, mia moglie è salernitana).

Sono molto curioso, intellettualmente e sessualmente attivo, mi piace leggere e studiare, purtroppo però dimostro pochissimo la mia smisurata intelligenza.

Essendo io una persona in fieri e poichè spero di esserlo ancora per molto, questa pagina, che parla di me anche se non sembra, verrà di tanto in tanto aggiornata.

Quindi, tu bi continued…

Ps. il 5 settembre 2011 è nato il mio panzarotto Andrea: sono ufficialmente la persona più felice del mondo 🙂 !