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Se Pareto avesse avuto il Web

La storia economica non sarebbe stata la stessa.

Il buon Vilfredo Federico Damaso (per gli amici Vil), tra le tante cose, teorizzò l’ottimo paretiano (o anche efficienza), che si ha quando l’allocazione delle risorse è tale che non è possibile apportare miglioramenti al sistema.
In pratica quando si è in presenza di alcune condizioni “ottimali” (concorrenza pura e perfetta organizzazione delle risorse di produzione), nessuna persona può migliorare la propria condizione senza che qualcun altro peggiori la sua.

Come è evidente l’equilibrio paretiano non comporta automaticamente una “giusta” distribuzione delle risorse, ma dice solo che se una persona è ricca 100 e un’altra 10, la seconda potrà diventare ricca 11 solo se la prima diminuirà la ricchezza a 99. E viceversa.

Pareto infatti affidava allo Stato il compito di intervenire nei casi in cui il punto di equilibrio non risultasse equo e accettabile da parte della società, affinché ridistribuisse le risorse tra gli individui attraverso, per esempio, l’imposizione di imposte distorsive.

Ricapitolando: abbiamo un mercato perfettamente concorrenziale che attraverso l’interazione dei soggetti raggiunge il punto ottimale di equilibrio, quello dove nessuno può diventare più ricco senza diminuire la ricchezza di qualcun altro. Se poi questo punto non è equo agli occhi della maggior parte delle persone ecco che interviene lo Stato per ridistribuire le risorse.

Ok? Tutto chiaro? Andiamo avanti :-).

Vilfredo quindi credeva nelle perfette regole del libero mercato e nella forza delle brave persone di aggiustare eventuali distorsioni: uno è più ricco di un altro?
Basta muovere alcune leve ed il sistema troverà un equilibrio più equo, e tutti vissero felici e contenti.

Beh la realtà non è proprio così, o sbaglio?

Lasciamo perdere il perché non è così, sarebbe una discussione lunga ed inutile.
Purtroppo nessun sistema politico-economico è riuscito a salvare capra e cavoli, tutti più o meno hanno fallito. Mettiamo solo da parte il concetto che finora non siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi posti: avere una società più ricca di ieri, libera, dove le risorse sono distribuite equamente tra tutti gli individui.

E se in questo ragionamento aggiungiamo la variabile “Web“?

Beh, a parere mio, le cose cambiano radicalmente.
Fino a ieri l’umanità non ha avuto mai uno strumento così potente, capace di rendere tutti più ricchi e più liberi, ed allo stesso momento far sì che il mondo diventi un posto migliore, più giusto ed equo.

Il Web è capace di allargare la torta, cioè rendere il sistema più ricco, quindi offre la possibilità a chi è ricco 10 di aumentare il proprio stato di benessere senza andare a toccare le risorse di chi ha 100 (non causando quindi da questi una qualche reazione contraria), spingendo in alto il punto di ottimo paretiano.

La ricchezza non va misurata solo in termini economici. Il Web ci ha resi tutti più ricchi di cultura, di possibilità, di informazioni, di opportunità.

Una società più ricca culturalmente è di conseguenza più libera e giusta.

Mai come oggi, grazie alla rete, al Web, agli strumenti digitali che permettono una reale democrazia partecipativa, mai come oggi possiamo raggiungere un nuovo equilibrio paretiano, dove la migliore allocazione delle risorse sia effettivamente giusta ed equa.

Mai come oggi abbiamo la possibilità di costruire un mondo migliore. Nessuno mai ha goduto di un’opportunità così grande.
E se Pareto avesse avuto il Web…


Sull’Internet Festival 2012: considerazioni varie

Location

Fantastica. Pisa nello scorso week end non era una città, ma un centro congressi a cielo aperto. Il gessetto azzurro colorava le vie del centro storico e univa “idealmente e non” le sedi dei millemila incontri ed eventi.

Studenti, turisti, internettari e comunicatori si mischiavano creando un’atmosfera stimolante, viva, orientata al fare.

Organizzazione

Mediocre, tendente allo scarso. Molti eventi si accavallavano senza ritegno. Altri saltavano all’ultimo minuto con ancor meno ritegno. Non è stato seguito alcun filo conduttore: un appassionato di un certo argomento doveva correre da un posto all’altro (non era meglio mettere gli eventi simili di seguito nello stesso luogo?). Da rivedere.

Qualità degli Eventi

Sufficiente, ma niente di che. Tanti, troppi, famosi relatori, invitati di eccezione, guru del web e della comunicazione partecipavano agli incontri per auto-incensarsi e lodare la fantastiche e mirabolanti doti della propria azienda.

Tutti ce l’avevano più bella dell’amato-amico-collega-professionistaindiscusso seduto al mio fianco.
Il mio cloud è più cloud del tuo. La mia comunicazione profuma (a differenza delle altre che puzzano).

Insomma, proprio come un vero e proprio Festival (avete presente Sanremo?): tanti sorrisini in superficie, rivoli di bile in sottofondo.

Ospiti, appassionati e addetti del settore

A fiumi. C’è stata un’affluenza spaventosa. Non si poteva camminare per strada. Tutti gli eventi, anche quelli dove i genitori del relatore fanno fatica a presenziare, avevano un discreto e motivato pubblico.
Ed è questo più che altro a decretare il successo dell’Internet Festival.

Noi semplici curiosi delle vicende internettare che abbiamo investito un po’ di tempo in questa manifestazione, che probabilmente con il tempo potrà diventare un appuntamento molto ma molto interessante.
La nostra presenza di quest’anno deve dare lo stimolo agli organizzatori per dare vita ad un Internet Festival 2013 di qualità e livello superiore, in termini di organizzazione, reale efficacia degli incontri, presenze autorevoli in alcuni campi.

Parola Start Up

Nauseante. Avete presente Paolini? Quel deficiente che si mette dietro i giornalisti facendo le corna e gesti inconsulti.
Ecco, la parola Start Up ha svolto lo stesso ruolo di rompiscatole asfissiante.

Chiunque avesse un microfono in mano ha detto almeno 374 volte la parola Start Up: al forno, in fricassea, con le patate e al sugo.
Start Up ovunque e comunque.
Poi arrivano dei giovani illusi da tutta europa per presentare i loro progetti (per esempio alla Start Cup organizzata dal Registro.it ma non solo) e tutti quelli che si sciacquavano la bocca con la parola Start Up e potevano fare realmente qualcosa per aiutare a realizzarne qualcuna, alzavano le mani e facevano un passo indietro.

C’è crisi, i soldi sono pochi, e tu povero ragazzo giovane e illuso da me non riceverai neanche il becco di un quattrino. Però se riesci a realizzare la tua idea magari ci mettiamo in società e dividiamo gli utili!

Chi ha tempo, aspetti il (giusto) tempo

La lievitazione è un fenomeno molto particolare: in poche parole consiste in un insieme di bollicine di aria che si formano all’interno degli impasti e che con il calore del forno tendono ad andare verso l’alto. In questo modo la massa lievita.

Anche la fermentazione è ugualmente interessante, e dal punto di vista strettamente chimico non è altro che un processo di demolizione degli zuccheri operata da fermenti che comprendono muffe, lieviti e batteri.

Qualsiasi puntata di Quark o Art Attack potranno confermare le mie parole :-).

Ok, tutto qui? Questo ci volevi dire? No, o almeno non solo!

Vorrei infatti porre l’attenzione su una caratteristica fondamentale di questi importanti fenomeni chimici che ogni giorno abbiamo davanti agli occhi, sotto il naso e dentro la bocca: il TEMPO!

Per funzionare, hanno bisogno di tempo: non “tanto tempo” e neanche “poco tempo“. Piuttosto hanno bisogno del “giusto tempo“.

Il vino invecchia e migliora nel giusto tempo. Il pane cresce nel giusto tempo.

La gestazione di una donna dura 9 mesi. Per alcune mamme i giorni volano, per altre non passano mai, per la natura è il giusto tempo.

Allo stesso modo, molto più in piccolo, funziona il marketing e ancora più in piccolo il marketing digitale. Tuttavia anche qui ci vuole tempo affinché le cose vadano nel verso esatto, comincino ad ingranare, prendano realmente piede.

Insomma, volete raggiungere un obiettivo e toccare con mano i risultati? Rendetevi conto che questa è la fase finale del processo. E non sarà mai possibile arrivarci se non si è percorso tutto l’iter, con le adeguate modalità e, l’oramai spero famoso, giusto tempo!