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Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo

Un uomo molto saggio diceva che il modo migliore per predire il futuro è inventarlo. Auguro quindi a tutti coloro che vogliono vivere una vita degna di essere vissuta la forza, il coraggio e la passione per inventarsi un 2012 fantastico.

Un altro uomo altrettanto saggio consigliava di diventare il cambiamento che vogliamo vedere: è inutile aspettare che le cose cadano dall’alto, rimbocchiamoci le maniche e facciamo il futuro.

Infine un vecchietto arzillo e sveglio sosteneva che la vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti!

E allora muoviamoci e diamoci da fare che il 2012 e il nostro futuro sono alle porte :-)!


Ci si diverte con la testa e il cuore, non con le mani

Inutile aggiungere tante parole ad un concetto che oramai dovrebbe essere chiaro a tutti.

A Capodanno per divertirsi sono necessari il cuore, la testa e una bella compagnia, nient’altro.

Se proprio bisogna usare le mani, beh invece dei fuochi e dei botti troviamo loro un’occupazione migliore e più soddisfacente ;-)!

NO ai botti NO ai botti NO ai botti NO ai botti NO ai botti NO ai botti

Foto da YouReporter.it

Il mio 2011 e il senso della vita

Cosa mi ha dato il 2011?

Tantissime cose belle.
Perché la vita è straordinaria, generosa, gioiosa, sorprendente.

Tante cose meno belle.
Perché la vita è cinica, spietata, insensibile, indifferente.

Quante cose mi ha dato il 2011… tante ed una su tutte, l’arrivo del mio splendido bimbo.

E vi posso garantire che anche i sacrifici più duri, le rinunce e le privazioni, le gocce di sudore, la fatica, le ansie e le paure, le lacrime e i dolori acquistano un senso, il vero senso della vita.

Coinvolgere gli utenti Facebook, come fare?

Ormai è stranoto, il segreto di una buona strategia di marketing sui social network e su Facebook in particolare sta nell’avere una community altamente coinvolta, che interagisce, appassionata ai temi trattati sulla pagina Facebook.

Tu puoi tempestare i tuoi fan di pubblicità, di messaggi promozionali, ma il loro numero diminuirà se non saranno realmente attivi e coinvolti.

Perché il coinvolgimento è così importante?

Perché un fan che interagisce con la tua pagina sta in realtà interagendo con te, (azienda, persona o altro che sia), sta sviluppando fedeltà al marchio (loyalty) e molto probabilmente condividerà con altri il tuo brand, i tuoi prodotti e servizi.

Insomma, la parola d’ordine è coinvolgere, coinvolgere e coinvolgere.

Ma come si fa a coinvolgere le persone?

  1. Devi essere interessante: facile a dirsi, più difficile a farsi, ma necessario. Condividi solo cose che interessano veramente ai tuoi fan e se non sei sicuro di cosa interessi loro, chiediglielo!
  2. Devi essere umano: o meglio, umanizza il tuo brand. Gli utenti vogliono parlare con delle persone, non con dei computer; vogliono sentire partecipazione, vogliono provare sensazioni ed emozioni.
  3. Rispondi velocemente: la lentezza non è di questo mondo digitale, iperconnesso e globalizzato, purtroppo.
  4. Sii breve: le persone si annoiano presto, vogliono contenuti leggeri, non amano pensare.
  5. Condividi contenuti di vario genere: la rete ti permette di variare, quindi utilizza tutti gli strumenti a disposizione come i video, link, testi, foto e tutto ciò che la fantasia e le capacità ti permettono di utilizzare.
  6. Condividi contenuti originali: operazione difficile, ma se ci riesci, booom!
  7. Utilizza domande e questionari: le persone digitali amano dire la propria opinione, altrimenti guarderebbero la televisione.
  8. Usa gli eventi: creando aspettativa e partecipazione.
  9. Incoraggia la geolocalizzazione: un utente che fa il check-in nel tuo locale, fa una foto e dice:”da Peppe il pizzaziolo si mangia benissimo” equivale ad uno spot di 30 secondi in prima serata su RAI1 :-).
  10. Apprezza i tuoi fan: hai bisogno dei tuoi fan, quindi trattali bene. Ringraziali ogni volta che puoi, premiali per i loro contributi, sii sempre gentile ed educato.
  11. Organizza dei contest: sprona i tuoi utenti ad utilizzare la propria fantasia e creatività e poi premiali.
  12. Incoraggia gli utenti a creare propri contenuti: la tua pagina non è solo tua e del tuo marchio, ma è dei tuoi utenti, anzi soprattutto è dei tuoi utenti.
  13. Sii costante: se ci sei, ci devi essere sempre, con cadenza regolare.
  14. Falli sentire parte integrante del progetto.

Insomma, la parola d’ordine è coinvolgerecoinvolgere coinvolgere :-).

Liberamente tratto da: 14 surefire ways to engage Facebook users

Impariamo a comunicare

Una buona comunicazione, una comunicazione costruttiva,  richiede  che si lascino da parte tutta una serie di strategie, come il vittimismo, la manipolazione  e l’aggressività, per utilizzare  messaggi capaci di valorizzare gli interlocutori che diventano così interlocutori assertivi. Ma cos’è l’assertività?

Per “assertività” intendo un atteggiamento finalizzato a definire in modo chiaro la propria posizione, a renderla nota, a difenderla senza usare modi aggressivi, ammettendo le diverse posizioni dei nostri interlocutori. Questa attitudine  si manifesta attraverso una predisposizione all’ascolto (attivo) che si alterna all’esposizione chiara e ferma della propria posizione o punto di vista. Tale atteggiamento è naturale, tanto che i bambini piccoli lo hanno, ma si stempera con l’educazione.

Uno psicologo americano, T. Gordon, dice che per strutturare messaggi assertivi, ci si deve avvalere della tenica dei “messaggi in prima persona” (MPP). Tali messaggi sono comunicazioni in cui chiarisco il problema, esprimo i sentimenti che provo, faccio capire all’altro  gli effetti negativi che il suo comportamento ha su di me.Con questo tipo di messaggio mi metto nella condizione di essere sincero perchè esprimo sentimenti, dico all’altro come mi sento, come ci ostacola, cosa di cui ho bisogno e lo faccio senza accusare, obbligare o umiliare l’altro.

Il messaggio in prima persona è assertivo perchè esprime:

  1. sentimenti e reazioni
  2. preferenze e avversioni
  3. idee e convinzioni

Questo permette all’altro di capire come ci si sente al posto di chi parla.

Per esempio, questi sono MPP: “Sono stanco perchè ho studiato fino a tardi”, “Sono agitato perchè domani ho un’importante riunione”.

Altro aspetto: con la comunicazione assertiva rispondo alle richieste dell’interlocutore perchè chiarisco le ragioni dell’accettazione o del rifiuto delle sue proposte.

Per esempio: “Non posso venire al cinema perchè sto risparmiando per fare un viaggio in Sicilia”, “Sì mi piacerebbe venire al cinema con te”.

Inoltre, questo tipo di interazione rivela desideri e bisogni.

Per esempio: “Vorrei sapere a che ora ceniamo perchè mi piacerebbe andare al primo spettacolo”.

Con questo tipo di messaggio riusciamo a superare la manipolazione indiretta e subdola e non si ha un atteggiamento aggressivo con il “tu hai torto”. La comunicazione si sblocca e diventa più facile,  la relazione è più durevole, viene  rinforzata  e si ha un aiuto a superare i problemi.

Ma come fare a inviare il messaggio in prima persona?

Il MPP è composta da 2 o 3 parti:

  1. messaggio in due parti“Quando tu...(descrivo il comportamento dell’altro) … io provo…” (descrivo i miei sentimenti)
  2. messaggio in tre parti“…Quando tu… io sento… perchè…” (descrivo gli effetti su di me del comportamento dell’altro).

Sembra facile e, di solito, pensiamo di inviare questo tipo di messaggi. Ma non è così.

Faccio un esempio:

  • Messaggio aggressivo“Sei il solito menefreghista, prendi la macchina senza dirmelo! Adesso, d’ora in poi, anche io farò lo stesso!”
  • Messaggio in prima persona: “Quando hai preso la macchina senza avvisarmi, mi sono arrabbiato perchè non ho potuto raggiungere i miei amici che mi aspettavano“.

Questi messaggi sono efficaci, se quando descrivo il comportamento dell’altro, non sono valutativo ma semplicemente descrittivo e se, nel momento in cui spiego gli effetti dell’azione del mio interlocutore, mi limito alle conseguenze oggettive e concrete. Così facendo non accuso l’altro, nè lo umilio, non gli ordino cosa fare ma riporto quello che mi sta succedendo, facendo capire che ho bisogno di aiuto.

Alcuni messaggi, anche se sembrano in prima persona e ne hanno la forma, risultano invece aggressivi.

Faccio un  esempio (non sono mai troppi):

“Quando tu sei così autoritario…” (sto dando un giudizio, etichetto la persona)

sarebbe meglio

“Quando alzi la voce…” (mi limito a descrivere un dato di fatto)

Anche esprimere apprezzamenti può essere un messaggio non produttivo perchè esprimo un giudizio sull’altro che potrebbe essere di tipo etichettante  e condizionante. Spesso, ci controlla di più un apprezzamento che una critica.

Faccio un altro esempio.

Se noi diciamo a un amico: “Sei un ottimo cantante” sicuramente lo gratificherà e lo farà sentire bene all’inizio, ma poi lo metterà in una situazione di ansia  perchè si sentirà di dover essere sempre all’altezza delle aspettative. Allora, è più efficace esprimersi dicendo: “Mi piace (molto) come canti”.

Il MPP (messaggio in prima persona)  non è certo la “magia” che rende facili tutte le comunicazioni inaccettabili e sicuramente potrà capitare che il nostro interlocutore si metta sulla difensiva. Ma si può aumentarne l’efficacia  attraverso l’ascolto attivo dell’altro.

Dott.ssa Antonella Cabriolu

Casa Imbastita Campus- Responsabile Divisione Web