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Il processo di Marketing Management (secondo Kotler)

Quanti si occupano professionalmente di marketing (quindi non io 🙂 ) ritengono che il processo di marketing management sia costituito da 5 stadi fondamentali che possono essere così rappresentati:

  1. R : Ricerca di marketing
  2. STP : Segmentazione, targeting, posizionamento
  3. MM : Marketing mix (ovvero le quattro P: prodotto – prezzo – punto vendita – promozione)
  4. I : Implementazione
  5. C : Controllo (acquisizione delle informazioni di ritorno, valutazione dei risultati, revisione o miglioramento).

Un’efficace attività di marketing ha inizio con la ricerca (R), la quale consente di individuare i vaari segmenti del mercato (S) costituiti dai differenti consumatori che hanno differenti bisogni.

L’impresa deve identificare i segmenti obiettivo (T), cioè quei gruppi di consumatori che è in grado di soddisfare nel migliore dei modi. Per ogni segmento obiettivo, l’impresa deve definire la propria specifica posizione (P), in altre parole deve specificare in cosa la propria offerta si differenzia dalle altre.

STP rappresenta la strategia di marketing dell’impresa.

A questo punto l’impresa è in grado di sviluppare la propria tattica di marketing mix (MM), consistente nella combinazione delle decisioni di prodotto, prezzo, punto vendita e promozione.

Si passa poi alla fase di implementazione (I) del marketing mix.

Ed infine l’impresa impiega gli strumenti di controllo (C) allo scopo di monitorare e valutare i risultati conseguiti e migliorare le proprie strategie di marketing STP e tattiche MM.

Questa è la teoria, la pratica poi è diversa da caso a caso naturalmente 🙂 . L’importante è – a mio parere – avere un metodo di ragionamento ben chiaro nella mente.
Capire, conoscere e mettere in pratica i vari passaggi con coerenza e logica è fondamentale, su questo sentiero prestabilito bisogna successivamente lavorare per personalizzare i diversi progetti.

Se dici SEO non dici Web Marketing

Negli ultimi giorni ho avuto il piacere di leggere, commentare e discutere vari articoli sul Web Marketing e sul rapporto di questi con il SEO: tutti concetti stuzzicanti che hanno dato vita a discussioni animate da una sana polemica e che mettono un po’ di pepe a questo luglio soffocante.

Ebbene il mio pensiero è semplice: il SEO non è Web Marketing.

O meglio, le due cose non sono assimilabili, paragonabili, confrontabili (se avete qualche altro sinonimo buttatecelo dentro).

Il SEO (dice Wikipedia) è:

“tutte quelle attività finalizzate ad aumentare il volume di traffico che un sito web riceve dai motori di ricerca”

Invece il Web Marketing è:

“la branca delle attività di marketing dell’azienda che sfrutta il canale online per studiare il mercato e sviluppare i rapporti commerciali (promozione/pubblicità, distribuzione, vendita, assistenza alla clientela, etc.) tramite il Web”

Ok. Detto questo, detto tutto, no?

No? Nooooo?

Volete dirmi che un bravissimo SEO (inteso come persona che ottimizza i siti per i motori di ricerca) è anche un consulente di Web Marketing? Che le sue attività possono considerarsi attività di Web Marketing?
E allora spiegatemi come è possibile chiamare Web Marketing Specialist un tizio che non conosce l’economia aziendale, la storia economica, non ha mai visto un bilancio e non sa cosa vuol dire fare una ricerca di mercato?

Il Web Marketing è una branca del Marketing che a sua volta è una branca dell’Economia. Discipline scientifiche che preesistevano e soprattutto sopravviveranno al cosidetto Web 2.0 e a tutti i socialcosi.

Per diventare uno specialista del web marketing (chi può realmente considerarsi tale?) ci vogliono anni di duro lavoro, gavetta e studio. Non basta posizionare un sito web in 1° pagina su Google.

L’argomento mi appassiona così tanti perché sempre più spesso sento dai clienti la strana richiesta: vorrei fare una campagna di web marketing per la parola xyz, costa molto?

Uhm, mumble mumble… cioè?

Cioè vorrei uscire in prima pagina per la parola xyz, sono venuti dei tizi che per totmila euro mi garantiscono una campagna di web marketing potentissima che fa uscire il mio sito in prima pagina, prima del mio acerrimo nemico e concorrente.

Uhm, arimumble arimumble… ma rifanno il sito seguendo una nuova linea comunicativa? No. Modificano i contenuti? No. Analizzano il mercato? No. Verificano e monitorano el tempo le operazioni effettuate? No.

E che fanno? Fanno (e qui scatta il pensiero, la consapevolezza che qualcosa di storto c’è) una potentissima campagna di web marketing su Google.

Anatemi, fulmini e saette. Che i diavoli dell’inferno possano bruciacchiare le vostre flaccide membra. Così sp….anate il mercato, lo distruggete. Rendete incolto un terreno fertilissimo.

Volete vendere i vostri servizi SEO? Fatelo ma non li chiamate campagne di Web Marketing.

Siete dei maestri in questo settore (importante e delicato), ma non vi autoappellate Web Marketing Evangelist.

Altrimenti possiate essere bannati da Google per l’eternità!

Fuggo da Facebook, ma non so cosa cerco

Una volta su Facebook era tutta campagna. Lunghe file di alberi, balle di fieno, uccellini cinguettanti e tanta voglia di stare bene insieme, socializzando.

Ora? Ora è un inferno!

C’è sempre un casino di gente, traffico impazzito come sulla tangenziale all’ora di punta, inquinamento sonoro e visivo, gang minorili che imbrattano muri e bacheche, adescamento, prostituzione, sfruttamento della prostituzione, musica neomelodica e Red Ronnie. Insomma anarchia allo stato puro.

Web Marketing FacebookIn un contesto del genere è facile immaginare come va a finire, ci sta sempre qualcuno che se ne approfitta e qualcun altro che si lascia tentare.

Ed infatti è così! Subito gli squali del 2.0, gli immobiliaristi spregiudicati della rete, propongono delle New Town (Google+) su brochure patinate, in cui si promette civiltà e buon vivere.
Casette a schiera ordinate a centri concentrici, frequentazioni selezionatissime, giardinetto di proprietà (dell’immobiliarista), station wagon nel garage.

Mi sembra un sogno. Scappo dalla città e mi ritiro in un paradiso. La mattina vado a lavorare in centro e la sera torno nel mio esclusivo angolino di paradiso. Eh sì, è proprio un sogno. Mutuo centennale, ipoteca su ogni cosa, di mio non c’è più niente, do tutto a quello squalo di immobiliarista e lui in cambio mi concede l’angolino di paradiso.

Aahhh soddisfazione e godimento 🙂

Arriva la domenica, tiro fuori il barbecue, bisteccona alla brace, coca cola gelata e… panico! No, non è possibile che… nel mio giardino passa un tizio che di solito frequenta il centro. Anzi sta sempre lì. Abita su Facebook da anni. Dal 2002 non fa altro che stare su Facebook… e adesso passeggia nel mio esclusivissimo giardino+?

Mi sono indebitato fino a tre generazioni per scappare dall’inferno, per frequentare solo gente chic con il cane e la puzza sotto al naso (mi avevano detto che si entrava solo su invito) e adesso il mio nuovo paradiso mi sembra assomigliare tanto al vecchio inferno.

Ma cos’è questa musica? Un video di Gigi D’Alessio su Youtube?

Nooooooo!

Eh no. Eh no! E che facciamo? Mi volete prendere in giro?

I patti erano chiari. Tutto diverso, tutto più bello, tutto fantastichissimo. Ed invece le solite chiacchiere. Le solite promesse da politicanti.

Diceva bene il vecchio saggio:

è inutile cercare una vita migliore nella vacuità di una nuova collocazione ambientale 2.0, la felicità è dentro di te

e soprattutto come diceva Lello:

chi parte sa da che cosa fugge ma non sa che cosa cerca!