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Come stanno reagendo i Brand alla pandemia di Coronavirus?

Questa settimana, il sito The Drum ha analizzato da vicino il modo in cui i vari brand, i media e le aziende stanno usando la comunicazione creativa per informare ed educare il proprio pubblico, tutto questo mentre il Coronavirus si diffonde, le domande crescono e il mondo intero è costretto a vivere nuove modalità di relazione sociale.

Time to Wash Hands by SS+K

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Mentre il Covid-19 continua a diffondersi, anche il panico percorre la stessa strada. Una delle cose più semplici che possiamo fare per aiutare a fermare la diffusione del Coronavirus è lavarci le mani correttamente. Per quanto possa sembrare semplice, è ancora una delle migliori difese per rimanere in salute durante questa pandemia.

SS + K, in collaborazione con il produttore di sapone di latte di capra, Beekman1802, ha lanciato un account social PSA che invia periodicamente dei promemoria simpatici per ricordarci di lavarci le mani spesso e nel modo corretto.

Ford: Built to Lend a Hand, Built for Right Now by Wieden+Kennedy New York

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Ford – come tutto il settore Automotive – è particolarmente colpito dal problema Coronavirus e quindi ha focalizzato tutti i suoi sforzi di marketing per superare i risvolti negativi della pandemia: nel progetto “Built for Right Now“, con un messaggio molto emotivo e patriottico afferma che i veicoli Ford sono stati costruiti nel corso di molti decenni per aiutare le persone che hanno fatto grande il paese (gli Stati Uniti) e che lo proteggono da sempre, per i lavoratori, i genitori. I veicoli Ford da sempre vengono costruiti per dare una mano e quindi le persone colpite da Covid-19 che hanno sottoscritto un leasing o che hanno chiesto una forma di prestito per un veicolo Ford riceveranno assistenza attraverso il FordCreditSupport.com.

“Built to Lend a Hand” utilizza vecchi filmati Ford per ricordare che il brand sta contribuendo a costruire il paese da oltre 100 anni: ha prodotto carri armati e aerei per in tempo di guerra e ha attraversato incendi, uragani e tornado, ed anche in questo momento Ford sarà vicino ai suoi clienti.

Guinness: A St. Patrick’s Day Message

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Guinness sa che quest’anno il giorno di San Patrizio sarà molto diverso dal solito, ma il marchio è forte, esiste da 260 anni e ha imparato nel tempo che le sue persone quando si uniscono sono davvero forti e “cazzute”.

Con questo spot Guinness vuole sottolineare che purtroppo quest’anno probabilmente non potremo in gruppo con gli amici, ma possiamo comunque farlo a casa, senza grandi feste, ma ciò non significa che non è possibile divertirsi e stare insieme anche se da lontano: “When you raise a pint of Guinness, also remember to raise each other up”.

Guinness in più ha creato un fondo di $ 500.000 per aiutare la sua comunità e il territorio in cui produce e lavora.

ViacomCBS and NBCUniversal: #AloneTogether by The Ad Council

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In collaborazione con Ad Council, ViacomCBS’ Entertainment & Youth Brands led by MTV, Comedy Central, Paramount Network, CMT and VH1 hanno lanciato il progetto #AloneTogether, una campagna social che coinvolge artisti di vario genere per informare il pubblico sull’importanza del distanziamento sociale attraverso l’intrattenimento. L’attenzione alla salute mentale è una parte vitale dello sforzo, sottolineando che l’allontanamento sociale non significa isolamento sociale.

Questi brand in sinergia fra loro stanno sviluppando contenuti #AloneTogether raggiungendo i loro oltre 500 milioni di follower.

Your Home by BBDO

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BBDO ha lanciato una nuova iniziativa per aiutare gli Home Workers che in questo periodo di quarantena devono lavorare da casa ed hanno bisogno di sentirsi ispirate, motivate, spinte a fare il meglio che possono, ovunque si trovino. Proprio per questo motivo è stato creato un minisito bbdoyourhome.com, dove ogni dipendente può “avviare il proprio ufficio BBDO” semplicemente digitando il proprio indirizzo e generando un BBDO ufficiale e il logo dell’indirizzo di casa.

BrewDog: Brewgel Punk Sanitizer

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Per rispondere alla crescente esigenza di disinfettante per le mani, BrewDog ha deciso di utilizzare la sua distilleria per produrre Punk Sanitizer. Su Twitter, James Watt, “capitano” del birrificio, ha chiarito che la società non venderà il disinfettante, ma lo distribuirà solo a chi ne ha veramente bisogno.

Verizon: We Are Here and We Are Ready

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Verizon sta facendo di tutto per informare i propri clienti che sta prendendo provvedimenti per assicurare la rete Verizon continuerà a funzionare, in modo che le persone possano continuare a comunicare con i propri cari.

“Milioni di noi cambieranno il modo consueto di vivere e lavorare. Ecco perché ci impegniamo incessantemente a garantire che la rete sia pronta per qualsiasi cosa si presenti”. Verizon ha inoltre realizzato una pagina dedicata del suo sito Web “per monitorare da vicino gli sviluppi relativi all’attuale epidemia” completa di una sezione Q&A di domande e risposte.

L’inestimabile Valore – Marketing e Fundraising per il patrimonio culturale

L’inestimabile Valore è realtà!

Sì, è vero! Al giorno d’oggi chiunque scrive un libro, perfino io 😀 poco fa mi è arrivata la conferma dall’editore e ancora non mi sembra vero.

È stata una lunga avventura, tanti alti e bassi, momenti di machimelofafare e voglia di veder realizzato un sogno che mi porto dietro da quando sono bambino: scrivere un libro, wow!
Chi l’avrebbe mai detto. Eppure è così… me lo conferma anche Amazon e gli altri store online sui quali è già possibile acquistarlo (segui questo link) 🎉

Senza perdere di vista il digitale e le nuove tecnologie torno al mio primo amore, il #marketing 💙 ed insieme a Raffaele P Picilli – senza dubbio uno dei più bravi consulenti di #fundraising che abbiamo in Italia – ci lanciamo in una dichiarazione d’amore verso il nostro magnifico patrimonio culturale, chiedendoci cosa si possa fare per valorizzarlo al meglio e viceversa cosa possa fare il patrimonio culturale per offrire valore economico, sociale, occupazionale al nostro paese.

La prefazione è del Prof. Mauro Giancaspro, che ci ha fatto un meraviglioso regalo scrivendo parole che porterò sempre con me ed un grazie a Rubbettino Editore per la fiducia e la stima, che di questi tempi è oro colato ed ai tanti amici che hanno contribuito alla stesura del libro.
NB. ovviamente non avrei potuto scrivere neanche una virgola senza il team 3d0 che mi ha aiutato, supportato e sopportato 😏 quindi è colpa loro, eh!

#jamme 😃 🤙

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Le persone non leggono

Le persone non leggono. È un dato di fatto.

E non sto parlando del processo culturale che spinge le persone a leggere sempre meno libri o a comprare quotidiani. Mi riferisco ai processi mentali che portano le persone a non prestare attenzione (quindi leggere in senso lato) i cartelli, i divieti, le indicazioni e quindi le pubblicità, i banner, i testi di un sito web.

Perché le persone non leggono? Non è una domanda di facile ed unica risposta. I motivi possono essere vari, solo il risultato è sempre lo stesso. E lo possiamo osservare tutti i giorni, soprattutto chi si occupa di web marketing o social media marketing; non è raro infatti pubblicare un’offerta su un sito web o sui social network comprensiva di informazioni, descrizioni e prezzo ma puntualmente alcuni utenti chiedono nei commenti: “scusi quanto costa quest’articolo?”
Se avessero letto, e prestato attenzione, a ciò che c’era scritto sicuramente non avrebbero posto una domanda del genere.

Pertanto la prima cosa da avere bene in mente prima di scrivere qualcosa, in particolare online sul proprio sito web o sui social network, è la regola aurea di chi si occupa di comunicazione: le persone non leggono.

 

Il bellissimo libro scritto da Yvonne Bindi “Language design: guida all’usabilità delle parole per professionisti” spiega meglio di qualsiasi altro testo questo concetto:

“sul Web le persone non leggono, e poiché il Web è fatto essenzialmente di testo il fenomeno appare fondamentalmente controverso. Ma gli utenti vanno di fretta, sono distratti fra i molti contenuti che competono tra loro, fanno altre cose mentre leggono e così via.
Per ovviare al problema disseminiamo le pagine di segnali che guidino la lettura e la rendano un’esperienza piacevole, spezzettiamo i testi in paragrafi e li offriamo in piccole porzioni affinché siano più facilmente digeribili. Cerchiamo di essere brevi ma informativi, chiari ma non banali, originali ma comprensibili. Inseriamo titoli attraenti, usiamo font che facilitano la lettura e scegliamo i colori più adatti per far cliccare sui link nella speranza che le persone prestino attenzione a ciò che vogliamo dire loro.”

Una fonte fondamentale che ci spiega chiaramente questi concetti è il libro seguente. Illuminante.Le persone non leggono

Avete letto con attenzione il titolo? Ve ne siete accorti? C’era qualcosa che non andava? Avete notato l’errore oppure è sfuggito anche a voi? Se è così non vi preoccupare non siete i soli, anzi fate parte della maggioranza 🙂
Manca un di ma il nostro cervello non ci fa caso, si appoggia al materiale linguistico che reputa valido, lo ricostruisce e si comporta come se ci fosse.

Un interessante articolo di Intesys Journal ci segnala 5 punti su questo argomento:

  1. Problem Solving: buona parte della fatica che si impiega per risolvere il problema è dato dall’atteggiamento personale con cui si affronta quel problema. La stessa cosa avviene con la lettura.
  2. Non leggiamo le pagine, le scrolliamo: Steve Krug ci insegna come le persone che navigano in internet non leggano ma scrollino i contenuti all’interno della pagine alla ricerca di quelle parole o immagini che permettano loro di capire il senso generale di quello che sta osservando.
  3. La legge di Hick: ci spiega come il tempo per prendere una scelta varia in base al numero di opzioni disponibili. Maggiori sono le etichette a disposizione maggiore è il tempo impiegato per scegliere (secondo noi) quella più corretta. Il nostro cervello, infatti, tende automaticamente a creare legami, anche dove non ci sono ed a percepire due o più elementi vicini nello spazio come un’unica figura o strettamente correlati.
  4. Solo scelte soddisfacenti: le persone non cercano la scelta migliore ma quella più ragionevole. Così facendo, la percentuale di errore quando si legge aumenta notevolmente. Il nostro cervello funziona a risparmio.
  5. l principio del minimo sforzo: minore è lo sforzo meglio è. Il nostro cervello ragiona proprio così, soprattutto quando è necessario compiere una scelta o ricercare un’informazione. Piuttosto di fare fatica infatti, la persona è disposta a scendere ad un compromesso in termini di qualità e quantità dell’informazione che sta cercando.

Quelle dette fino ad ora, sono solo alcune delle motivazioni che probabilmente spiegano la difficoltà che le persone incontrano nell’interagire con i testi e nella lettura e per spiegare a chi ancora non ci crede che le persone non leggono. C’è poco da fare.

#InternetDay a Palinuro

Sabato scorso 30 aprile sono stato ospite dell’associazione Eso es Palinuro che ha organizzato un bellissimo evento dedicato ai primi 30 anni di Internet in Italia, un bel momento di condivisione, informazione e orientamento sui temi della cultura digitale, durante il quale si è discusso di storia e futuro di internet, di social media, comunicazione digitale, e-commerce, smart tourism, realtà virtuale e innovazione.

Per me è stata l’occasione di tornare nel mio amato Cilento e di poter chiacchierare con tanti esperti di innovazione e cultura digitale e ribadire un concetto al quale sono molto legato: internet è solo uno strumento, se impariamo ad usarlo bene può cambiare in meglio le nostre vite ed il nostro pezzetino di mondo; ma per farlo dobbiamo aprirci agli altri, connetterci con idee diverse dalle nostre, imparare a guardare il mondo con gli occhi entusiasti e privi di pregiudizi dei bambini.

Spero tanto che questo sia solo uno dei tanti eventi e incontri che ci saranno da oggi in poi 😉

Di seguito le foto dei vari interventi, ed ancora un grande grazie agli organizzatori.

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Qui è quando provavamo a convincere tutti che guardare il mondo con gli occhi di un bambino (come diciamo in 3d0) è meglio che viverlo con il cuore di pietra di chi pensa solo al fatturato. Ciò che seminiamo noi oggi, lo raccoglieranno loro domani.

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Melegatti Social e le figuracce evitabili

Succede questo.
Stamattina sulla fanpage della Melegatti – storica azienda di panettoni – viene pubblicata la seguente immagine

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che come si può ben immaginare ha scatenato un vero e proprio putiferio. Migliaia di commenti indignati, persone arrabbiatissime e di conseguenza un bel grattacapo in termini di reputazione, non solo digitale, per l’azienda.

(NB. il putiferio è per la frase omofoba e non – come invece dovrebbe essere – per il pessimo fotomontaggio… ma vabbé)

E fin qui tutto normale. Pessima comunicazione, cantonata colossale, art director che magari fino a qualche giorno fa faceva il softwarista o l’idraulico e amen.

Però poi, colpo di scena. Accade qualcosa che fino ad oggi non era ancora accaduto.
E cioè: la Melegatti in persona decide di utilizzare lo stesso canale utilizzato dall’agenzia di comunicazione digitale per licenziare l’agenzia di comunicazione digitale.

Epic Win!

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Morale della favoletta social e che i Social, così come il web ed il mondo digital in generale, sono una cosa seria, ed invece oggi chiunque ha un account Facebook si spaccia per digital social strategist o frizzi e lazzi vari.
Che di per sé non è reato però ci fa capire come bisogna stare molto attenti ai consulenti che si scelgono, perché alcuni pur di vendere sarebbero disposti ad ipotecare la propria mamma 😉